Un aiuto concreto ai neo genitori, una sostegno concreto alle famiglie nei l primo periodo dopo la nascita del bimbo: si chiama “Una mano nei primi 1000 giorni”, ed è un progetto dell’associazione il Melograno, che però è alla ricerca di volontari.
L’antico proverbio africano per cui “per crescere un bambino ci vuole un intero villaggio” racchiude una grande verità, tanto più evidente quando invece, nella società moderna, le famiglie si ritrovano completamente sole di fronte al grande impegno di crescere un figlio.
In Alto Adige sono partiti negli anni passati alcuni progetti di sostegno concreto alle famiglie in questo senso, ma finora nessuno nel territorio di Laives, Bronzolo e Vadena. È quindi con grande aspettativa che viene accolto il progetto “Una mano nei primi 1000 giorni” del Melograno – Centro Informazione maternità e nascita – che proprio in questo periodo ha lanciato la campagna di ricerca di volontari. Ne abbiamo parlato con Daniela Radicchi, operatrice del Melograno e da quasi quattro anni volontaria dello stesso.
Daniela, in cosa consiste questo progetto?
Si tratta di un progetto in stretta collaborazione con il distretto sanitario operante sul territorio di Laives, Bronzolo e Vadena e sostenuto dall’Ufficio famiglia della Provincia che, in sostanza, mira a fornire assistenza pratica e quotidiana alle famiglie con bambini fino ai 3 anni di età, attraverso gruppi di volontari e volontarie appositamente formati.
Qual è il tuo ruolo in questo progetto?
Come operatrice del Melograno mi occuperò della coordinazione tra i volontari, il Centro, il distretto e le famiglie.
Quindi in pratica come funziona?
In pratica, la famiglia che ha bisogno contatta il distretto, oppure è il distretto stesso, che magari segue già la famiglia per altre necessità, a fare la proposta, e mi contatta spiegandomi i bisogni di quella particolare famiglia. A quel punto io mi occupo di cercare tra i volontari la persona che possa prendersi cura delle esigenze di quella famiglia. Poi, dopo 3 mesi, facciamo una valutazione per capire se la famiglia ha ancora delle necessità o se il percorso si può concludere.
Che tipo di aiuto verrà dato dai volontari e, di conseguenza, che tipo di genitori/famiglie si rivolgono al progetto?
Si tratta veramente di un aiuto pratico, che però non va confuso con un servizio di babysitting o di domestica. Si va dalla mamma straniera arrivata da poco nella comunità che cerca aiuto per integrarsi o anche solo per sapere dove può trovare determinati bisogni o servizi, al genitore bloccato magari da un infortunio o una malattia che non sa come prendere e portare il figlio all’asilo o, ancora, anche solo fare compagnia a una neomamma che cerca un po’ di conforto in una chiacchierata. Si tratta di compiti semplici e soprattutto, come detto, pratici per cui i volontari non devono avere una formazione specifica nel settore della cura e della salute ma semplicemente seguire una piccola formazione che fornisce il Melograno oltre – naturalmente – a possedere empatia, attitudine all’ascolto e, non da ultimo, tempo sufficiente a disposizione con il desiderio di donarlo agli altri. Il primo appuntamento di formazione sarà il 29 novembre e, al momento, le persone che si sono offerte volontarie sono tre, ma contiamo di ricevere altre chiamate.
Quindi, chi volesse proporsi volontario o almeno ricevere informazioni in merito, cosa deve fare?
Può contattare direttamente me al numero 339 8186197 o inviare una mail a: info@melogranoaltoadige.org. Speriamo che i volontari siano numerosi, proprio per provare a riportare in vita una rete di sostegno e aiuto che ricordi un po’ quella che c’era nelle comunità di un tempo.
Autrice: Raffaella Trimarchi