Breve parabola di un orto abusivo

Attualità | 18/4/2024

Un pezzo di terreno comunale incolto e un gruppo di giovani che fa una scelta controcorrente; ma anche qualche residente che pare non apprezzare l’iniziativa e chiama la municipale. Breve parabola di un orto abusivo.

Metti una sera a tavola con gli amici; ci si affaccia al balcone per prendere una boccata d’aria e all’improvviso ci si accorge che un pezzo di terra incolto, ricettacolo di escrementi di animali e culla per migliaia di zanzare, giace dimenticato da tutti proprio sotto il tuo naso.

Zappa, badile e olio di gomito
Sembra l’inizio di un tema di scuola, ma è la realtà: un gruppo di giovani pinetani, minorenni, invece che munirsi come tanti coetanei di bottiglia di birra e motorino per andare ad annoiarsi in qualche angolo del paese, si munisce invece di zappa, badile e paletti e nel giro di diverse ore di faticoso lavoro dapprima bonifica interamente questo pezzo di terreno, trasportando i rifiuti alla discarica comunale quindi, acquistato il necessario di tasca propria, provvede a recintare, creare un muretto e – infine – seminare e piantare….non certo vegetali dall’aspetto equivoco bensì innocui rapanelli, carote e insalata.
Un’iniziativa che non può che strappare un sorriso e un applauso per dei ragazzi che hanno dato vita a qualcosa di sano, impiegando il proprio tempo non davanti a una playstation o – peggio – devastando qualche parco giochi, come purtroppo sempre più spesso accade.
Molti sono stati infatti quelli che hanno mostrato ai ragazzi il proprio apprezzamento per aver trasformato un angolo di paese in qualcosa di utile e anche bello da vedere, sicuramente più che erbacce e rifiuti tra di esse.
Ma… c’è un ma.
Quel pezzo di terra è di proprietà del Comune. E ai ragazzi, tutti minorenni, non è passato per la testa che per abbellire il paese utilizzando qualcosa di cui nessuno se ne fa nulla potesse servire una autorizzazione.
Non è certo una giustificazione, se la burocrazia va rispettata…, per carità, facciamolo!
Ma forse sarebbe bastato un suggerimento di un adulto, ovvereo quello di andare in Comune a chiedere quale fosse la procedura corretta, e tutto sarebbe andato a buon fine.

“Un gruppo di ragazzi pinetani bonifica un pezzo di terreno incolto, trasportando i rifiuti alla discarica, compra il necessario di tasca propria, lo trasforma in un orto. Ma poi qualcuno
chiama i vigili…”

La “vittoria” di chi ha denunciatio i ragazzi
Pare però che a qualcuno del quartiere piacesse di più la vista sul terreno incolto, piuttosto che su un gruppo di giovani intenti a un sano lavoro.
Fatto sta che chi preferiva il pezzo incolto ha pensato bene di avvisare la municipale di Laives che – come da protocollo – ha provveduto a far smantellare l’orto che risultava, appunto, abusivo.
Che grande vittoria deve aver pensato chi ha denunciato questi ragazzi, temendo forse che l’orticello potesse trasformarsi in area rave party o qualcosa di simile.
Ma i ragazzi non ci stanno. Attraverso i social e i giornali hanno fatto sentire forte la voce di chi, credendo di aver fatto cosa buona e giusta, si è ritrovato punito per aver ignorato un regolamento.
Forse preferiamo quei gruppi di ragazzi che trascorrono il tempo insozzando i parchi giochi o con lo sguardo perso nel telefonino.Ma fortunatamente la popolazione di Pineta ha risposto con un’ondata di solidarietà e l’eco di questa vicenda ha raggiunto le aule della politica.
I ragazzi sono stati infatti ricevuti, su loro richiesta, dal vicesindaco Seppi e dall’Assessora alle Politiche Sociali Claudia Furlani.
Non sono ancora noti i risvolti di questo incontro ma la speranza, non solo dei ragazzi ma anche di una larghissima parte della comunità, è che il Comune – svolte le necessarie pratiche burocratiche, autorizzi i ragazzi a proseguire la loro avventura vegetale e che possa anzi, tramutarsi in esempio per altri giovani.
Rimane l’amarezza di sapere che ci sono cittadini che non sanno vedere il buono quando c’è, ma chissà: magari quest’esperienza servirà a loro per ricredersi.

Autrice: Raffaella Trimarchi

Rubriche

Editoriale

Un lavoro “giusto”

A cinque anni di distanza dalla rilevazione effettuata su questo tema nel 2019, l’Istituto altoat...

Mostra altri
Editoriale
Senza Confini

Non c’è autonomia senza responsabilità e solidarietà

La Repubblica italiana, per quanto “una e indivisibile”, “promuove le autonomie locali”. La Costi...

Mostra altri
Senza Confini
Scorci del capoluogo

Con una via si ricorda Werner von Siemens

Tra le vie della zona industriale dedicate a protagonisti di scienza e tecnica vi è via Werner vo...

Mostra altri
Scorci del capoluogo
La Scena Musicale

Davide Burattin: Dropout nuovo capitolo

Sono trascorsi due anni da quando il bolzanino trapiantato a Osaka Davide Burattin – in arte Drop...

Mostra altri
La Scena Musicale
Racconti dalla Bassa

L’importanza dei ponti sull’Adige

Pons Drusi è i primo nome noto dell’odierna Bolzano. Dove esattamente si trovasse questo strategi...

Mostra altri
Racconti dalla Bassa
Tra storia e architettura

Aliza Mandel: la storia di un’artista e del suo peregrinare 

La sua fu una vita segnata dagli spostamenti continui, dai traslochi, dai nuovi inizi in nuovi am...

Mostra altri
Tra storia e architettura
#qui_foodstories

Meringata al limone

Ingerdienti Per la pasta frolla(stampo da crostata da 24 cm con fondo amovibile)200 g farina 0010...

Mostra altri
#qui_foodstories