Quella dell’associazione “lasecondaluna” di Laives è una storia giovane in ogni senso: nata nel 2019 dalle ceneri di un omonimo premio gestito dal Comitato Premio Internazionale Arti Visive “Città di Laives”, l’obiettivo principale, di ieri e di oggi, è soprattutto quello di avvicinare la cittadinanza alle arti visive. Anche incitando e supportando i giovani artisti trentini ed altoatesini.
Fu Denis Isaia, attualmente curatore al Mart a fondare questo premio che raccoglieva tutte quelle personalità che non trovavano casa nelle tradizionali categorie artistiche. L’archivio di opere che si è venuto a creare ha portato il Comitato a trasformarsi in associazione, conservando il nome “lasecondaluna” come omaggio all’originalità, al pensiero alternativo e alla creatività. “Il nostro presidente Giorgio Cattelan ha accompagnato la creazione e la crescita dell’associazione”, spiega Amanda Filippi, direttrice generale del sodalizio.
Direttrice Filippi, quali sono le prime proposte messe in campo per “farsi conoscere”?
Le nostre attività si svolgono soprattutto in Bassa Atesina, in un’ottica di decentramento dell’offerta culturale rispetto alle maggiori città della regione, Bolzano e Trento. Per questo organizziamo ogni anno una stagione di mostre che si inserisce in una cornice più ampia, un tema biennale di cui ogni esposizione offre una diversa chiave interpretativa. Altra mission che ci siamo posti fin dall’inizio è valorizzare gli artisti residenti in Trentino e Alto Adige, con particolare attenzione alle nuove generazioni, cercando d’essere un valido supporto nello sviluppo del loro lavoro anche in ottica professionalizzante.
I tempi sono cambiati e, sbirciando nel sito, l’offerta sembra essersi fatta più ampia.
Abbiamo avviato dei corsi d’arte a Laives e da poco è stato messo in atto il progetto “Arte & Benessere | Umanizzazione degli spazi: la sala d’aspetto del reparto psichiatrico di Bolzano”. In collaborazione con “Chiron”, abbiamo aperto una call per realizzare un’opera d’arte visiva nel corridoio del reparto di psichiatria dell’Ospedale di Bolzano. Un altro importante progetto che stiamo portando avanti con il Cedocs di Bolzano è “Quo vadis? Festival delle culture e delle lingue”, ogni anno dedicato a cultura, storia e arte di un diverso paese del mondo.
Quante persone fanno parte del sodalizio?
Attualmente 66 soci. Il direttivo è composto da sette persone. Ci sono poi molti collaboratori che, grazie alle loro competenze specifiche, lavorano insieme a noi sui vari progetti.
Quali sono le proposte e le mostre significative messe in campo quest’anno?
La nostra stagione espositiva è iniziata a marzo nella Sala Espositiva di Laives, con “Otherwordly Women” dell’artista Daria Akimenko, a cura di Margherita Cestari. Ci siamo poi spostati a Vadena con la collettiva fotografica “Architecture of Fragments”. A giugno siamo tornati a Laives con “Corpo Sospeso / Suspended Body” di Valentina Cavion, a cura di Nicolò Faccenda. Il 6 ottobre abbiamo poi inaugurato una personale di Italo Bressan. Con l’autunno sono ripartiti i corsi d’arte con un workshop per bambini e uno di ricamo creativo.
L’aspettativa per il futuro?
Sicuramente continueremo a ideare e realizzare progetti artistici e di sviluppo territoriale, proseguendo a stimolare il dialogo attorno alle arti visive. Nei prossimi anni ci concentreremo inoltre nel ricercare una collocazione definitiva che permetta di svilupparci ulteriormente e di incrementare il contatto con il pubblico attraverso nuovi servizi e uno spazio aperto e frequentabile. Un altro obiettivo è far rivivere il ricco archivio del Comitato Premio Internazionale Arti Visive “Città di Laives”. Vorremmo recuperare tutto il materiale e renderlo fruibile: si tratta di un patrimonio davvero particolare, con testimonianze artistiche al di fuori delle categorie canoniche.
Autore: Daniele Bebber