Succede, di tanto in tanto, che bambini cresciuti in ambienti umili riescano, grazie al loro straordinario talento, a scalare i gradini della scala sociale e a imporsi nel cosiddetto mondo che conta. Uno di questi è stato sicuramente Andreas Alois Di Pauli, personaggio storico tra i più noti della Bassa Atesina.
Nato ad Aldino nel 1761, la sua è la classica famiglia contadina che affronta giornalmente la lotta per la sopravvivenza. Nulla lascia presagire che il bambino sarebbe diventato un eminente magistrato, diplomatico e storico. I Di Pauli erano originari della Val di Fiemme. Il padre di Andreas era Anton, i cui nonni erano arrivati mezzo secolo prima da Carano, nei pressi di Cavalese, sua madre era Maria Pitschl. Fu lei a insegnargli a leggere ancora piccolissimo. All’età di 6 anni perse entrambi i genitori e con le due sorelline ereditò il maso Maznell. Secondo il suo tutore doveva essere avviato al mestiere di agricoltore come i genitori.
Nel 1772 il tutore lo mandò per un periodo in Val di Fiemme a studiare l’italiano ma quando tornò il bambino aveva abbandonato l’idea di dedicarsi all’agricoltura e aveva deciso di mettersi a studiare. Il tutore tentennò fino a quando non comprese che il destino del ragazzo era proprio quello, in quanto era riuscito ad apprendere in breve tempo anche la lingua latina dal sacerdote di Trodena. Frequentò con successo le classi ginnasiali a Bressanone e Innsbruck.
Accanto alla lettura dei classici tedeschi, italiani e latini, si dedicò con particolare passione allo studio della storia, soprattutto quella locale. Divenne, molti anni dopo, il fondatore della Biblioteca Tirolensis, una delle più importanti raccolte di testi e documenti storici del Tirolo. Del resto, appare anche tra i fondatori del Tiroler Landesmuseum di Innsbruck.
Compì successivamente gli studi di giurisprudenza, storia e scienze naturali presso le Università di Innsbruck e Pavia, prima di dedicarsi all’attività di magistrato a Bolzano. Nel 1786 la città di Bolzano lo nominò suo consulente in materia di legislazione regionale.
Il 15 aprile 1788 sposò a Bolzano Maria Anna Knoll, con la quale convisse fino alla morte della donna nel 1806. Per i suoi meriti acquisiti nella Dieta tirolese svoltasi dopo la morte di Giuseppe II, la città di Bolzano il 16 novembre 1790 gli conferì la cittadinanza di Bolzano. L’anno successivo fece parte della delegazione che si recò a Vienna per sostenere presso la corte imperiale le ragioni del Tirolo. Fu ovviamente coinvolto in prima persona negli eventi bellici a partire dal 1796, in seguito ai quali gli fu conferito il titolo nobiliare con l’aggiunta dell’appellativo von Treuheim.
Terminato il conflitto con i franco-bavaresi, Di Pauli tornò alla sua occupazione di magistrato e alla sua passione storica, iniziando a collezionare i volumi e documenti che in seguito avrebbero fatto parte della Biblioteca Tirolensis di 1400 volumi. Nel 1809 pubblicò anche una rivista storica e si dedicò alla redazione di molti contributi storici, la maggior parte dei quali pubblicati in forma anonima.
Nel 1810 sposò Maria Anna von Mairl di Bolzano. Tornato il Tirolo agli Asburgo nel 1814, Di Pauli divenne presidente della Corte di Appello di Innsbruck e poi occupò anche ulteriori posti di prestigio presso la corte di Vienna. La sua grande sapienza e abilità diplomatica fu celebrata in varie regioni, dalla Stiria al Trentino. A Rovereto fu nominato membro dell’accademia degli Agiati. Dal 1824 fu nominato presidente della Corte di Appello del Tirolo e Vorarlberg, carica che occupò per 15 anni.
Nel 1823 era stato fondato il Museo nazionale di Innsbruck e Di Pauli fu subito chiamato a presiederlo. Creò, con la sua dedizione e sapienza, un’istituzione riconosciuta ovunque, arricchì le sue collezioni. Negli ultimi anni della sua vita, trascorsi tra Vienna, Innsbruck e Bolzano, il ragazzino partito in silenzio da Aldino si dedicò con passione alla sua Biblioteca e al Museo di Innsbruck, ottenendo molte onorificenza e riconoscimenti dal mondi culturale, scientifico e accademico.
Morì il 25 febbraio 1839, dopo aver passato gli ultimi anni di vita piuttosto acciaccato e in particolare quasi cieco.
Autore: Reinhard Christanell