Terlianum, ad Teriolanos, Teriolanum, Turlanum sono alcune delle denominazioni note del paese di Terlano, da sempre posto al confine tra Burgraviato e Bassa Atesina. Oggi il paese fa parte del comprensorio Oltradige-Bassa Atesina ma rimane la porta principale verso il Meranese, la Val Passiria (che qui vantava antichissimi diritti di pascolo) e il Passo Resia.
Il nome del paese tradisce il suo passato romano, simile a quello di altre località di questo territorio attraversato dalla strada più importante dei Romani, la via Claudia Augusta verso Augsburg / Augusta. La funzione di questo paese fu probabilmente quella di punto di raccolta del grano e di altre vettovaglie per le truppe in transito verso la Germania conquistata da Augusto. Nel XV e XVI secolo il paese fu invece al centro di una vera e propria febbre dell’oro in stile Far West. Decine di miniere furono aperte nella montagna tra la località Klaus e la strada per Meltina e oltre un migliaio di minatori portarono alla luce una grande quantità d’argento che una volta fuso prendeva la via per l’Italia. I principali “imprenditori” del settore furono i notissimi Fugger di Augsburg, all’epoca i banchieri più ricchi d’Europa, e il potente Ordine Teutonico con sede in via Weggenstein a Bolzano. Nel XVII secolo l’attività cessò repentinamente e al paese rimase solo il ricordo di un grande sogno.
L’edificio più noto del luogo è la cosiddetta Nova Domus o Neuhaus, un castello costruito su un dosso roccioso a 400 m di altezza. A livello strada esisteva già un altro castello, più accessibile, di cui oggi rimangono solo alcuni ruderi. Secondo il codex Wangianus, il 15 marzo 1184 il conte Enrico chiese al vescovo di Trento Alberto il permesso di erigere un castello in quel punto, permesso che il vescovo ovviamente negò. In quel periodo i conti del Tirolo condividevano con i vescovi trentini il potere sulla contea di Bolzano, di cui Terlano faceva parte. La località si chiamava Selsi o semplicemente Sels. A quel punto il conte di rivolse direttamente all’imperatore Federico I che respinse a sua volta la richiesta. Ciononostante, i conti edificarono la loro fortezza che si contrappose subito a quella vicina di Greifenstein. Nel1206 viene citata per la prima volta la Nova domus, la casa nuova presso Terlano.
Dal 1337, dopo molte vicissitudini e oltre quarant’anni in stato di abbandono, il castello fu preso a dimora dalla nuova padrona del Tirolo Margarethe, poi denominata – come il suo castello – volgarmente “Maultasch”. Di questa contessa è nota la predilezione per Neuhaus e sembra che qui di dilettasse nel gioco dei birilli. Secondo la leggenda disponeva di cinque birilli e una boccia d’oro poi rubati e sepolti da un servitore infedele. Nessuno riuscì mai a ritrovarli in quanto li custodiva il diavolo in persona. Con il passaggio alle armi da fuoco, l’importanza di queste fortezze calò rapidamente e i nobili si stabilirono prevalentemente in città. Anche per Neuhaus la decadenza fu rapida e già nel XVII secolo Marx Sittich von Wolkenstein ce la descrive come un rudere abbandonato.
Per quanto riguarda il nome con cui il castello è noto ancora oggi, Maultasch, varie sono le interpretazioni che se ne sono date. Qualcuno parla della bruttezza (mai provata) della contessa, altri narrano leggende diverse. Beda Weber riferisce di una ragazza che si fece turlupinare da un brutale cavaliere residente nel castello, che la cacciò dopo otto mesi incinta. Il cacciatore che l’aveva avvertita dei pericoli di un incontro con lo scorbutico personaggio la punì con un manrovescio, in tedesco Maulschelle. Tatschen in tedesco equivale a picchiare, da cui il nostro Maultasch.
Un’altra leggenda raccolta da Ignaz Zingerle narra appunto dei 5 birilli e della boccia d’oro nascosti nei sotterranei del castello e oggetto del desiderio di molte persone regolarmente scacciate dal diavolo. Un’infinità di leggende riguarda infine la presenza di una dama d’altri tempi nei pressi del castello, intenta a pettinarsi i lunghi capelli e a piangere e gemere tanto da spaventare i passanti. Qualcuno riuscì perfino a parlare alla melanconica figura che non riusciva a trovare pace ma il mistero della sua presenza nei pressi di Neuhaus non fu mai chiarito.
Autore: Reinhard Christanell