Il papa di Caldaro

Attualità | 1/6/2023

Nei primi anni del XX secolo, Caldaro conobbe una serie di aspre dispute tra una parte della popolazione e il decano del posto. Gottlieb von Hueber era il suo nome, ma lo chiamavano, non a caso, il papa di Caldaro. 

Le vicende che lo videro coinvolto – dalla nota “predica della Cassa di Risparmio”, in cui invitò i contadini del luogo a non depositare i loro risparmi nella banca bolzanina a suo dire in mano a pericolosi liberali, agli esorcismi praticati nell’ospedale del paese in gran segreto – trovarono ampio risalto sulle pagine di molti giornali dell’epoca. Insomma, il personaggio non passava certamente inosservato: o lo si amava, come gran parte della popolazione contadina, o lo si detestava, come tutti coloro che coltivavano idee liberali, socialdemocratiche o comunque anticlericali. Va comunque detto che fu uno strenuo oppositore del fascismo, tanto che il suo nome è il primo della lista dei sacerdoti esclusi dall’insegnamento della religione nelle scuole. A differenza di altri, come il parroco di Laives Bartolomeo Clementi, prima escluso e poi riammesso, subì il divieto di insegnare vita natural durante.

Uno degli episodi che lo videro protagonista avvenne nel 1909. Nel corso di una delle sue famose prediche, tenuta il giorno 8 gennaio 1909 in occasione della messa in onore delle vergini di Maria, apostrofò pesantemente davanti alla comunità cristiana riunita una giovane ragazza per essere “caduta nelle braccia di Satana”. In realtà, la ragazza era assolutamente incolpevole e di costumi morigerati ma il decano la accusò pubblicamente di essere una donna spudorata e malvagia. 

Qual era, agli occhi del severo presule, la colpa della giovane? In occasione di una parata patriottica svoltasi il 2 dicembre 1908, aveva osato marciare accanto ai componenti della banda musicale in veste di “Marketenderin”, le giovani in costume che da sempre e fino ai giorni nostri si aggregano alle bande nel corso delle loro esibizioni in qualità – più simbolica che reale – di vivandiere. Queste figure femminili hanno le loro radici nel medioevo e in quel periodo fungevano effettivamente da vivandiere nei corpi militari. Si dice che non di rado svolgessero anche altre funzioni meno nobili ma di ciò non abbiamo conoscenza. Ad ogni modo, le vivandiere delle bande musicali sono certamente persone al di sopra di ogni sospetto e a nessuno verrebbe in mente di associarle a Satana.

A nessuno – tranne al decano von Hueber: “Avrei provveduto ad allontanare con la forza questa fanciulla da quel luogo se solo me ne fossi avveduto in tempo”, tuonò dal pulpito. La comunità cristiana tutta era attonita: “neppure le comari più devote e le matrone della canonica riuscirono a comprendere cosa mai avesse fatto di male la povera creatura”, scrisse la Volkszeitung qualche giorno dopo. “Ma il Caldarese vede e il decano provvede”, sentenziò il giornale – e pochi giorni dopo tutti erano convinti che la ragazza fosse effettivamente una inguaribile peccatrice.

Quando la fine della storia sembrava prossima e la pecorella smarrita potesse essere riaccolta nel grembo materno della chiesa, al decano fu notificata una citazione. Il decano pretese l’immediato ritiro della querela e le pubbliche scuse della ragazza. Ma Monica, così si chiamava la giovane, rispose piccata: Certo, ritirerò la querela e mi scuserò – ma solo il giorno in cui mi sarà dimostrato dal decano qualche mio atteggiamento sconveniente”.

Il decano reagì alla sua maniera: raccolse le firme dei cittadini caldaresi contro l’ardire della scostumata. Nessuno osò negare la solidarietà al prete. La prima udienza non fu sufficiente a chiarire il fatto, la corte pretese di citare tutti i testimoni che avevano assistito alla predica della vergogna – e fece intendere all’allibito “papa di Caldaro”, che anche chi siede su un trono elevato come il suo farebbe bene a rispettare le regole e, soprattutto, le persone sottoposte al suo ministero.

Autore: Reinhard Christanell

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