La punta sud-occidentale dell’area linguistica tedesca in Bassa Atesina si estende dalla catena della Mendola fino al corso del fiume Adige. Ad eccezione del paese di Cortina, che forma un’isola in mezzo alla valle, gli altri comuni sorgono sui conoidi alluvionali ai piedi della montagna come Termeno, Cortaccia e Magrè oppure su terrazzamenti più o meno estesi come Sella, Ronchi, Corona, Niclara, Penone e le due frazioni di Favogna – località un tempo comprese nella grande parrocchia di Caldaro.
Ovviamente non sempre in quel lembo di terra vivevano “parlanti teutisci”, come venivano chiamati all’epoca dei Franchi di Carlo Magno. I teutisci (da cui il dialettale todeschi) arrivarono gradualmente e in piccoli gruppi a partire probabilmente dal IX secolo e si stabilirono qui come già nel resto della zona alpina per lavorare la terra o per trovare occupazione nelle miniere. Avvenne allora, anche in Bassa Atesina, quella che oggi, con un termine terribile, qualcuno chiama “sostituzione etnica” – in realtà una naturale alternanza di popoli dovuta a vari fattori quali il clima, le guerre, le carestie, la scarsa natalità eccetera. La vecchia popolazione romano-bizantina, insediata da mezzo millennio, sfiancata e decimata dalle guerre con gli invasori, non era più in grado di affrontare da sola le sfide del tempo. Le prestigiose villae continuarono a esistere ma progressivamente vennero a mancare le “braccia”: i contadini, i soldati, poi anche gli artigiani, i servi e gli schiavi. Un fenomeno molto lento ma inarrestabile, che inevitabilmente attirò popolazioni migranti in cerca di spazio vitale.
I Longobardi si insediarono massicciamente in questa terra che stava perdendo la propria forza e infatti la tradizione longobarda rimase in vita a lungo ed è ancora oggi riconoscibile. I Longobardi arrivati in Italia nel 568 sotto la guida di Alboino erano un popolo di migranti, partiti nel II secolo dall’Europa settentrionale per approdare in Pannonia nel VI secolo. Erano un piccolo popolo di qualche migliaio o decina di migliaia di persone. Trovarono una situazione dissestata e favorevole all’invasione in quanto le guerre tra Bizantini, eredi dei Romani, e Ostrogoti, a loro volta un popolo germanico insediatosi nell’Italia settentrionale, aveva dissanguato il paese. Insomma, quella che oggi viene chiamata “denatalità”, contribuì anche allora all’arrivo massiccio di popoli migranti, quasi tutti provenienti dalla zona scandinava o dell’Europa orientale.
Conosciamo pochi dettagli documentati sull’epoca ostrogoto-longobarda, ma certamente per quanto riguarda il territorio della Bassa Atesina occidentale la presenza dei Longobardi fu un fattore di grande rilievo – tanto che successivamente – dopo l’anno 1000 – anche i principi-vescovi di Trento mantennero in vita il sistema amministrativo e giurisdizionale dei loro predecessori. Insomma, in questa parte dell’Unterland si continuò a lungo a vivere secondo le leggi longobarde. La gastaldia di Termeno-Cortaccia-Magrè era retta da un gastaldo nominato dal vescovo di Trento con il compito di amministrare la giustizia e, soprattutto, riscuotere le tasse. Si trovavano in quel territorio gli stessi paesi di oggi, fondati molti secoli prima, ma la loro dimensione era ridottissima, in molti casi non più di alcuni masi direttamente derivati dalle antiche villae romane. C’era quindi l’estremo bisogno di ripopolare la zona e probabilmente per questa ragione i Longobardi del nascente ducato di Trento favorirono lo stanziamento massiccio di migranti proprio tra la vecchia Metz (poi Kronmetz / Mezza Corona) nella Piana Rotaliana e la punta meridionale del Monte di Mezzo, sulla riva destra dell’Adige.
Al posto delle vecchie ville romane lentamente arrivarono le curtes longobarde. Non a caso qui abbiamo i paesi di Cortina e Cortaccia, che ricordano proprio questo tipo di insediamento. Le curtes longobarde occupavano e amministravano vasti territori presidiati da arimanni, contadini liberi armati. Non erano semplici tenute agricole ma complessi sistemi di insediamenti agricoli e residenziali che costituivano l’unità di base dell’organizzazione sociale ed economica del territorio.
Autore: Reinhard Christanell