Il piacere di pulire il proprio paese

Attualità | 4/5/2023

Fumare fa male a se stessi e agli altri, un concetto che tutti danno per scontato, ma a quanto pare non tutti sanno che non è solo il fumo passivo ad avvelenare il prossimo.
“I filtri di sigarette sono fra gli oggetti più inquinanti del pianeta, ma ad ogni clean – up ne raccogliamo a centinaia, come se nessuno se ne rendesse conto”, spiega Ornella Libardoni, referente di Plastic Free per Laives e Bronzolo.

// Di Luca Masiello

Anche in Bassa Atesina ci sono gruppi di volontari che aderiscono a Plastic Free: nata nel 2019 come realtà digitale, questa associazione ambientalista nel giro di pochi anni ha raggiunto milioni di utenti e oggi, con più di mille referenti in tutta Italia, è divenuta la più importante e concreta associazione su questa tematica. Fra questi mille c’è anche Ornella Libardoni, che da circa un anno guida un gruppo di volontari per rimediare alla negligenza di chi non riesce proprio a fare a meno di sporcare le zone di Laives e Bronzolo.

Signora Libardoni, come è iniziata la sua avventura in Plastic Free?

Per puro caso: un annetto fa avevo letto sul giornale che ci sarebbe stata una raccolta di rifiuti sui prati del Talvera, a Bolzano; mi sono iscritta e lì ho incontrato delle persone motivate che mi sono piaciute. Così ho continuato a partecipare a queste azioni, che noi chiamiamo clean – up, arrivando anche in Trentino, rimanendo ogni volta entusiasta. Infine ho scoperto che Laives e Bronzolo erano scoperte, non avevano alcun referente: mi sono iscritta all’associazione e ho fatto richiesta per guidare i volontari della zona.

Quali sono state le sue prime esperienze come referente?

Il primo evento che ho organizzato è stato un successone: a febbraio a Bronzolo ha partecipato una quarantina di persone. Pochi giorni dopo ne ho organizzato un altro a Laives, e lì la situazione si è rivelata alquanto deludente: a parte noi quattro referenti altoatesini si era presentata una sola persona. Errore mio: avevo organizzato la raccolta in un giorno infrasettimanale, in un orario non compatibile con la vita di chi lavora o ha famiglia, e oltretutto faceva anche freddo. Ho imparato e ne ho organizzata subito un’altra per un sabato mattina, e in quel caso la risposta c’è stata. Il fatto più importante è che proprio in quell’occasione ho conosciuto delle persone che fanno parte di altre associazioni, e che ci hanno permesso di ampliare la nostra rete. Sono sicura che al prossimo clean – up saremo in molti di più. 

Come ci si sente ad essere un volontario di Plastic Free?

Mi sento utile, e poi a me non piace stare con le mani in mano e brontolare, voglio agire. E poi la mia mamma, che oggi ha 91 anni, mi ha educato molto bene, da questo punto di vista: da lei ho imparato a riciclare, ad usare l’acqua con parsimonia, di non sprecare mai il cibo, a rispettare sempre la natura. Per fare parte di Plastic free ci vuole impegno, e bisogna anche – come si dice – metterci la faccia. Assieme alla collega Martina Puentes abbiamo coinvolto un bel numero di volontari mettendo manifesti, andando nei negozi e impegnandoci sui social. Quello che ho capito partecipando a queste azioni è che molte persone si vergognano a raccogliere le immondizie, non si vergognano a buttarle, ma a raccoglierle sì: io lo trovo assurdo.

Quali sono i prossimi passi?

Il 26 e 27 maggio a Laives verrà il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, che terrà una conferenza al teatro di San Giacomo; in quell’occasione verrà presentato pubblicamente il nostro gruppo, e noi annunceremo il prossimo clean – up, che sarà il giorno successivo e sarà dedicato esclusivamente alla raccolta dei mozziconi di sigarette. 

Sono il rifiuto più abbandonato?

Esattamente, ne raccogliamo a chili. Un filtro ci mette fino a 15 anni per degradarsi, e rilascia nell’ambiente una quantità incredibile di veleni.  I fumatori sembra che non ci pensino, alcuni addirittura li gettano nei tombini, così vanno direttamente dentro l’acqua. Poi ci sono le bottiglie di plastica e, fatto che ha dell’incredibile, le deiezioni canine imbustate: raccolgono l’escremento, lo mettono nella busta e poi lo abbandonano ai lati della strada.

Autore: Luca Masiello

Rubriche

Editoriale

Senza confini

Sono ormai più di 7 anni che sul nostro giornale trovate uno spazio di riflessione che cerca di a...

Mostra altri
Editoriale
Senza Confini

Nulla è scontato. E la forza sta nelle differenze

Quando si esce dalla stazione centrale di Vienna, la prima piazza che si attraversa è dedicata al...

Mostra altri
Senza Confini
La Scena Musicale

Un autunno con pochi, ma sugosi, intingoli

Un po’ come nel mondo della ristorazione, che tra fine ottobre e i mercatini di Natale se ne va i...

Mostra altri
La Scena Musicale
Racconti dalla Bassa

Il vescovo che sfidò i conti del Tirolo

Uno dei personaggi più importanti – e nello stesso tempo più dimenticati – della nostra storia re...

Mostra altri
Racconti dalla Bassa
Tra storia, arte e architettura

Friedrich Wasmann: un pittore amburghese a Merano 

Qualche anno prima che Merano diventasse città di cura e si dotasse di tutte le strutture necessa...

Mostra altri
Tra storia, arte e architettura
#qui_foodstories

La torta di mele

INGREDIENTI 4 mele Golden 250 gr di farina 00 250 gr di burro semi fuso  150 gr di zucchero&...

Mostra altri
#qui_foodstories
Balconorto

Giornate europee dei Cortinari 2025

Dal 19 al 25 ottobre si è svolto in Spagna a Jaca, a 818 m s.l.m., capoluogo della comarca di La ...

Mostra altri
Balconorto
Scorci del capoluogo

La strada di Oltrisarco dedicata alla memoria di Francesc...

Nel quartiere Oltrisarco, da via Roma si raggiunge, a sinistra della ferrovia, una via minore, de...

Mostra altri
Scorci del capoluogo