Quella che si va narrando è una storia di disciplina, di insegnamento dei valori, di una passione divenuta un sogno da condividere. Il sogno è quello di Rolando Pizzini, scrittore, professore e grande appassionato di arti marziali miste, che dal 1985 insegna all’interno dello “Sports College” a Salorno. Si tratta di una famiglia – prima ancora di una scuola affiliata alla FederKombat e dotata di molte attrezzature all’avanguardia per allenarsi in un uno sport di autodifesa – dove si può apprendere un alto valore educativo e formativo interiore.
“Lo è stato per me e quindi ho pensato di portarlo anche nel mio paese di origine, Salorno” commenta il fondatore. “Mi sono subito reso conto che c’era una barriera culturale, ma giustificata, di fronte a questa novità” – osserva. “Come tutte le novità crea sì attrazione, ma anche repulsione. Da qui è giunta la fatica, per vent’anni sorretta da una passione che, se mi guardo indietro, non so se rifarei tutti quei sacrifici”, aggiunge.
Com’è stato recepito lo Sports College, nei primi anni di fondazione?
Dai ragazzi. C’è stata un’esplosione, ma ero consapevole che, come molte attività, esiste una fase di novità che poi si va a spegnere piano piano. Effettivamente dopo qualche anno c’è stata una sorta di implosione, e quelli sono stati gli anni più duri, quelli del resistere. Dopo quella fase la nostra realtà piano piano si è talmente rafforzata che, ad oggi, possiamo dire di essere una delle realtà che fanno parte di Salorno. Infatti, operare in una struttura comunale vuol dire che si tratta di un qualcosa che rimarrà e questo è l’obiettivo più grande che abbiamo raggiunto.
Si è subito puntato ai giovani o si è guardato pure oltre?
L’arte marziale è molto impegnativa, a volte troppo impegnativa e quindi è selettiva. I primi anni sono stati molto belli perché c’erano ragazzi dai 16 ai 25 anni, un bel gruppo e questo è stato fondamentale per seminare anche negli anni di crisi.
Che arte marziale si insegna?
Siamo partiti molto bene con lo yoseikan budo, la prima forma di arte marziale mista che ha avuto il grande merito di aver introdotto fin da subito l’aspetto educativo. Con il tempo ho preferito cambiare sistema, anche per dare un futuro più sicuro a chi guiderà questa associazione.
Si parlava anche di apprendere dei valori. Quali?
Il nome dell’associazione, da anni, è sports college. Cioè una scuola dello sport con il motto corpo mente spirto (tradotto dal latino), per dare subito un segnale chiaro. L’arte marziale mista non è uno stile, ma un metodo universale per preparare una persona sia a livello agonistico che proprio alla difesa personale. Le persone accompagnate in questo percorso si riscoprono con meno paure.
Frequentano più ragazze o più ragazzi?
Per tantissimi anni è stata un’attività prevalentemente maschile, ma per un fattore culturale. Adesso sono contento perché si è rotto un muro, anche per effetto del Covid. Da parte di molti si è manifestata una voglia di muoversi a tutti i costi e noi in questo sesso eravamo già pronti e operativi.
Autore: Daniele Bebber