Tutte insieme sulla stessa barca, pagaiando sull’acqua al ritmo di un unico respiro: per le Dolomites Pink Ladies la via della ripresa dopo il tumore passa di qui. “Dragon Boat” è infatti il nome di questa nuova terapia, che si è rivelata utilissima nella riabilitazione post operatoria del tumore al seno.
La terapia riprende una disciplina sportiva orientale di antica origine praticata su acque ferme, cioè fiumi o laghi, con imbarcazioni con la testa e la coda a forma di drago, di qui il nome “Dragon Boat”. Non a caso il drago è simbolo di rinascita, quella rinascita che, uscita dopo uscita, ritrovano le tante “Dolomites Pink Ladies”. Il progetto, che ha stabilmente preso il via nel 2019, è arrivato al 39 equipaggio; lo scorso 30 aprile sono ripresi gli allenamenti settimanali sul Lago di Caldaro, che andranno avanti fino a fine ottobre, abitualmente ogni sabato.
Una bellissima iniziativa, organizzata da Lilt in collaborazione con Uisp, ideata e coordinata dalla dottoressa Valentina Vecellio, del centro senologico dell’ospedale di Merano. La dottoressa Vecellio è anche la capitana dell’equipaggio, in quanto istruttrice certificata in attività motoria oncologica presso la clinica universitaria di Colonia/Bonn, tecnico Coni per ginnastica finalizzata alla salute e al fitness, oltre ad aver preso il brevetto Coni per il Dragon Boat, e molto ancora.
A una solidissima preparazione medica e tecnica, la dottoressa unisce un’energia umana e un entusiasmo incontenibili, quelle di chi sa per esperienza di cosa si sta parlando, essendo passata anche lei attraverso il tumore.
Tanti cuori che battono all’unisono
In dialogo, la dottoressa ci spiega il contesto del “Dragon Boat”, che naturalmente non parte dal nulla e rientra in un progetto più ampio della “terapia del movimento”, in corso all’ospedale di Merano.
Come noto, dopo gli interventi al seno per via del tumore, le terapie e i trattamenti antiormonali, molte donne hanno ricadute pesanti come fatica, stanchezza infinita e artralgie. Se una volta si consigliava il riposo, gli studi degli ultimi anni dimostrano invece che molti di questi sintomi possono essere ridotti con un’attività fisica mirata – naturalmente personalizzata a misura di ogni singola paziente. In particolare, proprio l’attività fisica “ciclica” come la pagaiata si è rivelata estremante utile per contrastare il linfedema dopo l’operazione al seno. Ma non solo: la dottoressa ci racconta che, grazie al dragon boat, le donne si riscoprono, trovano nuova forza e coraggio dentro di sé per reagire attivamente alla situazione. “è un po’ come quando si va in montagna, dobbiamo concentrarci su ogni singolo passo; questo ci ricarica, porta a un cambio di prospettiva mentale.”- spiega Vecellio. E poi c’è l’aspetto sociale, della condivisione: quelle pagaiate date all’unisono al ritmo del tamburino uniscono le Pink Ladies nel battito di un’anima sola, che scivola sull’acqua.
“E’ da brivido sentire questo spirito di corpo, e anche il drago sembra animarsi”, racconta commossa Vecellio.
Autrice: Caterina Longo