La prima stazione di Bolzano Gries Dodiciville

Rubriche | 24/8/2021

Nel 1859 l’architetto civico Sebastian Altmann realizzò la stazione ferroviaria di Bolzano-Gries-Dodiciville.
Il territorio bolzanino all’epoca era ancora diviso in tre Comuni. Bolzano contava 7388 abitanti, Dodiciville 2221 e Gries 1769. La linea ferroviaria Bolzano-Verona era stata inaugurata in quello stesso anno e la città, divisa in tre frazioni , si proiettava verso il nuovo secolo con tutta la forza motrice della locomotiva. Altmann edificò il complesso edilizio della stazione ferroviaria sul terreno comunale di Dodiciville, in quella che è la collocazione della stazione di Bolzano. Sorta in aperta campagna, lontana dal centro storico, la stazione verrà collegata solo l’anno successivo con il viale della Stazione in direzione del Duomo.
Il blocco edilizio principale – con la hall, la biglietteria ed i servizi per i viaggiatori – era costituito da un manufatto di forma trapezoidale, con tre frontoni, metaforicamente rivolti nelle tre direzioni della città (Dodiciville, Bolzano, Gries).
Un’agile pensilina in ferro battuto, ingentilita da lampioni pensili, accoglieva i viaggiatori del primo binario. Caduto l’impero Austro-ungarico, il 24 maggio del 1928, la prima stazione subì un’opera di completo “restyling”. Di per sè l’architetto Angiolo Mazzoni, incaricato della sua trasformazione, non modificò di molto l’impronta originaria di Sebastian Altmann, confermando in toto il blocco edilizio precedente, ma applicando alle superfici un nuovo linguaggio architettonico.

Il primo binario ad inizio ‘900


Il prospetto principale, quello rivolto verso il centro storico, venne arricchito da otto semicolonne di ordine gigante. Un’imponente trabeazione superiore con fregio e cornice rimarcò quindi le cinque porte d’accesso principale della stazione, mentre ai due lati opposti del prospetto vennero collocate due composizioni scultoree, opere di Franz Ehrenhofer. La prima figura, allegorica , rappresentava “la trazione a vapore”, mentre la seconda faceva riferimento alla “trazione elettrica”.
Le figure sono volutamente fortemente caratterizzate. Il gesto è tutto rivolto nell’azione fisica di muovere e fare azionare i meccanismi e gli ingranaggi delle due forme di energia.
Sul lato rivolto a nord venne collocata una torre di forma quadrangolare e, sotto di essa, una composizione scultorea realizzata sempre da Ehrenhofer raffigurante simbolicamente i quattro maggiori fiumi che attraversano l’Alto Adige.
Personaggi illustri o poco conosciuti, vicende storiche tragiche e felici vedranno poi il loro succedersi, nel corso del tempo, in quello che è stato e resta uno dei più importanti manufatti architettonici della nostra città.

Autore: Flavio Schimenti