Una villa intitolata alla Duse dall’impresario innamorato della città

Rubriche | 29/7/2021

La cosa potrà stupire o trarre in inganno: cosa ci fa la villa Eleonora Duse a Merano?
Ricordiamo che l’attrice italiana, forse la più famosa ed omaggiata a cavallo tra l’ottocento ed il novecento, sublime interprete di William Shakespeare, di Dumas e di Ibsen, e notoriamente musa ispiratrice di Gabriele D’Annunzio (compose per essa numerose opere), non abitò ufficialmente, mai a Merano.
L’attrice morì in America, a Pittsburgh, nel 1924, lontana dalla città del Passirio e dall’Italia. E, dunque, per quale motivo esiste una villa col suo nome ?
La Duse, come tante attrici, aveva un famoso impresario, il suo nome era Joseph Mandelkern. Diventato molto facoltoso grazie all’attrice, si innamorò di Merano e volle proprio, in questa città, una propria residenza. Riconoscente ed in nome della diva del teatro e del cinema, battezzò la propria villa col suo nome. Alla costruzione della propria residenza meranese nel 1932, chiamò un giovane architetto, Franz Lottersberger, il quale progettò per il ricco impresario una villa in puro stile razionalista. Egli, forte dell’esperienza precedente, della realizzazione di villa Kloeckner, sempre a Merano del 1931 ripropose nei modi formali un modello molto simile.
La città è in piena trasformazione del linguaggio architettonico, tutta rivolta verso il moderno, ed egli, nato nel Tirolo orientale nel 1903, ma già a Merano dal 1922, allievo dell’ architetto razionalista Clemens Holzmeister, ne ripropone i modi interpretativi del linguaggio architettonico.
A Bolzano Holzmeister aveva realizzato con successo villa von Pretz nel 1930, e quell’edificio per Lottersberger è un modello da poter reintepretare. Già nella villa Kloechner egli aveva sviluppato la sua configurazione spaziale architettonica in un unico volume, un cubo: in maniera sorprendente, nella villa Duse egli concepisce due volumi cubici, di dimensioni diverse, uno maggiore ed uno minore, affiancandoli ma facendo emergere il maggiore con un arretramento del secondo e sviluppandolo il primo in altezza.
Le forme sono semplici e geometriche, le ampie finestre sono poste in maniera regolare, la superficie del tetto è piana, come richiede una casa in stile razionalista. Con villa Duse si apre a Merano la ricca stagione della trasformazione urbana, seguita da villa Ceran (A.Ronca, 1935), e da tanti altri esempi.

La musa di Gabriele D’Annunzio

Attrice teatrale e cinematografica, Eleonora Duse conquistò una grande fama a livello internazionale per le sue interpretazioni teatrali, tanto che negli anni Trenta il regista Rouben Mamoulian avrebbe voluto fare un film su di leiinterpretato da Greta Garbo, ma per la complessità del personaggio vi rinunciò.

Figlia di commedianti in costante peregrinazione, si accostò al teatro giovanissima (aveva quattro anni, quando, a Chioggia, recitò nella parte di Cosetta dei “Miserabili” di Victor Hugo), ma fu in seguito alla malattia della madre che dal 1870 si trovò a sostituirla, e quindi ad affrontare ruoli di maggior impegno. Nel 1884 l’incontro con Gabriele D’Annunzio a Venezia: i due già si erano già incontrati di sfuggita a Roma, mentre lui era cronista mondano della “Tribuna”. Ma l’incontro decisivo ci sarà l’anno seguente, sempre a Venezia: Eleonora lo ispirerà per otto anni, a lei D’Annunzio dedicherà “La città morta” e “Il Fuoco”.
Nel 1898 partirono assieme per l’Egitto e per la Grecia, ma la loro storia d’amore finì, nel 1904, per la conflittualità dei caratteri ma anche per i debiti che la diva accumulò per aiutarlo e per la grande umiliazione che ricevette in quello stesso anno, quando “La figlia di Iorio” esordì al Teatro Lirico di Milano con Irma Gramatica nella parte di Mila. Ripresa l’attività teatrale in Italia nel 1921, nel 1923 fu in tournée a Londra e Vienna. Recatasi negli Stati Uniti nell’ottobre dello stesso anno, ottenne gli ultimi successi in teatro. Poco dopo si ammalò e morì a Pittsburgh.

Autore: Flavio Schimenti