La fontana delle naiadi in Piazza del Tribunale

Rubriche | 15/7/2021

Continuiamo la visita alle nostre fontane cittadine. Questa volta parliamo di una fontana molto conosciuta ed amata dai bolzanini, quella delle Naiadi. Posta nel 1960 in piazza del Tribunale, dopo che erano stati ultimati i lavori di sistemazione del palazzo di Giustizia (1952), ha una storia singolare e complessa.
Il manufatto bronzeo, collocato al centro di essa e realizzato dall’artista trentino Eraldo Fozzer, non era destinato ad essere collocato a Bolzano ed in quel luogo. Lo scultore Fozzer, lo aveva concepito per la città di Trento, ma il capoluogo trentino in piena epoca degasperiana rifiutò platealmente l’opera, donandola alla città di Bolzano. Il rifiuto era dovuto al fatto che le due figure femminili, nude, potevano offendere la “ pudica “ opinione pubblica trentina. Bolzano accettò di buon grado il dono fatto da Trento, poiché da un lato andava a completare il ciclo delle fontane pubbliche con il tema della simbologia dell’acqua (le fontane del Nettuno, dell’Adige e delle Rane), dall’altro andava a completare con un manufatto di prestigio una piazza al quale mancava un punto focale. L’amministrazione bolzanina fece realizzare una vasca di forma perfettamente circolare nella quale collocare le due sculture. Essa venne posta perfettamente al centro della piazza dove potesse dialogare con le forme concave e convesse del palazzo di Giustizia e quello degli uffici Finanziari.
Ma, chi sono queste Naidi che vengono rappresentate? Le due sculture, belle ed espressive nel loro gesto di nuotare all’unisono, rappresentano le ninfe delle acque. Creature immortali nella mitologia greca e figlie di Zeus, presiedevano tutte le acque dolci. Si distinguevano in ninfe dei fiumi (Potamidi), delle sorgenti (Pegee), delle fontane (Crenee) e poi delle paludi e dei laghi. Tali figure mitologiche possedevano facoltà guaritrici e profetiche. Erano esseri benevoli, ma anche temuti, nel mondo classico. I contadini le rispettavano e portavano loro dei doni. L’imperatore Nerone dopo essersi immerso alla fonte del fiume Marcia, fu colto da febbre, malore e paralisi… La ninfa naide Aretusa, venerata a Siracusa, aveva la facoltà di immergersi attraverso le correnti sotterranee nel Peloponneso per riaffiorare in Sicilia.
Dopo i lavori di ristrutturazione della piazza, la fontana è stata sposata nella sua collocazione attuale, decentrata, perdendo parte del suo fascino iniziale. Ma, la sera, quando la fontana è illuminata, le due Naidi sembra ancora che nuotino, ridano e ci proteggano con i loro giochi d’acqua.

Autore: Flavio Schimenti