Via la mascherina, ma… con calma

Rubriche | 1/7/2021

Le più recenti disposizioni in merito alla gestione della pandemia ci hanno fatto riconquistare la parte più significativa del cosiddetto “linguaggio non verbale”. Togliere la mascherina, almeno all’aperto, ci sta finalmente consentendo di osservare di nuovo rossetti, barbe, e soprattutto sorrisi, oltre che tutte quelle espressioni della parte inferiore del viso che di norma sono una parte fondamentale del nostro comunicare. Com’è noto infatti nella comunicazione non è presente solo il livello semantico, ovvero quello relativo al significato letterale delle parole (anche se spesso anche qui ogni tanto ci incartiamo, come ci ricordano i teorici dell’analfabetismo funzionale). Insomma: quando ci rivolgiamo agli altri un ruolo importante è rappresentato anche dall’uso che facciamo del nostro corpo e in questo caso ad essere messi in gioco sono specifici “codici” che ci consentono di comprendere i contenuti che le parole esprimono solo parzialmente.
Tornare a vedere la parte inferiore dei volti delle persone è dunque un bel passo in avanti per tornare a capirsi un po’ di più, in un periodo come questo caratterizzato per molti versi dal disorientamento. Anche se – in assenza di sorrisi e smorfie – noi italiani abbiamo anche avuto occasione di distinguerci per la nostra innata capacità (o abitudine, vizio?) di gesticolare. In questo senso paradigmatico è stato negli ultimi giorni il “meme” (contenuto visivo umoristico) che ha spopolato sui social, in merito alla “mano all’italiana” utilizzata dal calciatore Nicolò Barella per chiedere lumi e farsi capire dall’arbitro, durante una partita degli Europei.
La mascherina abbassata in estate senz’altro ci consente di respirare meglio, ma non è il caso di farsi prendere la mano. E particolarmente significativa è stata la smorfia di preoccupazione manifestata dal governatore altoatesino Kompatscher mentre certificava, numeri alla mano, la riluttanza nei confronti del vaccino anti-covid manifestata finora dagli altoatesini under 50. Per convincere gli indecisi si è persino deciso uno stop ai tamponi nasali, finora considerati quasi una sorta di panacea.
In definitiva: prestiamo attenzione e… speriamo bene.

Autore: Luca Sticcotti – Direttore del giornale