Hans von Lutz e il mistero delle lucertole nel Duomo di Bolzano

Rubriche | 3/6/2021

Entrando nel duomo di Bolzano alla penombra della luce chiaroscurale, sulla navata della campata sinistra, ci compare il suggestivo pulpito opera di Hans von Lutz. Il manufatto scultoreo,  realizzato dall’architetto di Schussenried, andava a completare le opere di abbellimento del Duomo bolzanino, insieme al campanile ultimato nel 1519. Il pulpito in esame viene realizzato fra il 1513/14, e di esso si è scritto tanto, delle formelle che rappresentano il Padri della Chiesa ecc., ma ai più è sfuggito un particolare interessante ed importante. Alla base delle due colonne che lo sostengono, sono state scolpite dodici lucertole. Sei per parte. Cosa ci fanno delle lucertole nel duomo bolzanino e cosa rappresentano ? Il mistero è presto risolto. La lucertola dal punto di vista simbolico per il mondo greco e poi romano, rappresentava orficamente “ l’immortalità”. Animale sacro al dio Apollo, associata alla divinità Salus per i romani, verra’ rappresentata in tante tombe dell’età classica. Essa incarnava l’eternità della luce, la sua predilezione a restare immobile ai raggi solari, fino ad assurgere a simbolo di resurrezione. I due fattori che hanno portato ad associare, per gli antichi,  a simbolo di resurrezione sono: la lucertola va in letargo d’inverno, per tornare al mondo in primavera; pur nella sua apparente fragilità,  essa è in grado di rigenerarsi, facendosi ricrescere la coda , se questa, viene  troncata. Nella simbologia cristiana essa diventa un modello per l’uomo. La lucertola è rivolta verso il sole, come l’uomo deve rivolgersi a Dio per trovare “ luce negli occhi e nel cuore”. Il rettile, quando giunge alla tarda età, si posiziona su un muro, rivolto ad Oriente – per il mondo cristiano è Gerusalemme-, attendendo che i raggi solari le possano ridonare nuovamente la vista ed una nuova vita.
In questa magnifica opera scultorea , il maestro Hans von Lutz, anticiperà grandi opere artistiche dei pittori del Rinascimento e del Barocco. Uno fra tutti quella di Lorenzo Lotto col ritratto di “Giovane nello studio” (1525). E, forse una delle opere più famose di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, il “ Ragazzo morso da un ramarro” (1593/94). Ramarro, in latino Lacerta viridis. Dodici lucertole nel duomo di Bolzano, le prime sei alla base della colonna centrale, hanno ancora il loro aspetto tradizionale, le altre sei, invece si stanno trasfigurando, trasformandosi nel ricco intreccio che l’autore le donerà.

Autore: Flavio Schimenti