L’Eurotel, un prototipo per la rivoluzione del turismo

Rubriche | 25/3/2021

Quanti passano oggi fra via Garibaldi e viale delle Terme e osservano quell’inconsueto edificio scuotono la testa, borbottano qualcosa, e lo definiscono “l’ ecomostro di Merano” o peggio “il luogo per eccellenza di degrado e di abbandono”.
Eppure una volta non era così.
Fra il 1958 ed il 1959 si rivoluzionò, infatti e per sempre, il modo di concepire il turismo in città ed in tutta Europa.
Merano venne scelta per il lancio di una nuova esperienza turistica, architettonica e di investimento: l’Eurotel di Merano, fu il prototipo di una catena di alberghi che si svilupperanno, con le stesse modalità in tutto il continente europeo (arrivando a ben 41 di queste strutture). Il luogo scelto era decisamente propizio: prospiciente al fiume Passirio, al Kurhaus ed al viale delle Terme.


La “firma” è di Armando Ronca, il progettista che rivoluzionò l’ architettura moderna in Alto Adige fra gli anni Trenta e Sessanta; è lui che decide di incurvare in maniera clamorosa il grande blocco edilizio. L’espediente è semplice e allo stesso tempo rivoluzionario: permettere che ogni singola stanza dell’albergo possa godere sempre dei raggi della luce solare. I moduli abitativi, inoltre, sono ripresi dalla “Unité d’habitation” di Le Corbusier.
L’edificio ultramoderno, contrassegnato di ogni comfort dell’epoca, era lungo 74 metri, con 148 camere, ben 228 posti. Era completamente autonomo: ogni stanza poteva avere oltre ai posti letto una propria cucina, un piccolo salotto, un passavivande collegato al sottostante ristorante ed un moderno sistema di telefonia.
Al piano sottostante si trovano negozi e sarebbe stato previsto anche un cinema, che però non venne mai realizzato. Gli spazi sono tutti moderni, funzionali e ispirati ai canoni dell’architettura razionalista.
La formula dell’ Eurotel era molto semplice: chi acquistava una unità immobiliare a Merano la poteva scambiare con una analoga e con le stesse caratteristiche in qualsiasi altra parte del Continente europeo. Così facendo si potevano fare le vacanze, in posti diversi e con un buon investimento finanziario. Le cronache dell’epoca narrano che in Germania più della metà delle unità immobiliari erano già state vendute ancora in fase di costruzione dell’edificio.
“L’Eurotel è un modo spontaneo per unire i popoli. Quando persone di culture differenti si conoscono nell’ambito familiare, i pregiudizi spariscono. Lasciate che tutti possano godere in armonia le bellezze della natura: il mondo sarà migliore”, spiegava un depliant dell’epoca.
L’Eurotel di Merano è un pezzo della storia della città e del turismo moderno europeo, e sarebbe da preservare e valorizzare, e sicuramente non da abbandonare al proprio attuale destino.

Da Villa Cembran a San Siro

Il gruppo Eurotel fu fondato nel 1956 da Gennaro Vanzo (1914 – 1998) a Bolzano, con l’intento di combinare il principio dell’albergo con quello del condominio. Il primo Eurotel è stato aperto a Merano nel 1959 ed è stato sviluppato in stretta collaborazione con l’architetto Armando Ronca, che era anche responsabile della standardizzazione delle unità abitative. Dopo questo prototipo, altri 35 Eurotel sono stati costruiti entro la metà degli anni ‘80 in tutta Europa (e in Repubblica Dominicana) con un totale di circa 5.700 camere. Oggi, circa due terzi degli Eurotel originali continuano come alberghi tradizionali, mentre un terzo sono stati convertiti in condomini. All’architeto Armando Ronca si devono altre grandi opere: oltre all’Eurotel a Merano progettò Villa Cembran (1935), a Bolzano il Palazzo del Turismo che dal 1947 divene Cinema Corso, poi demolito nel 1988. Progettò anche l’Istituto Rainerum, il complesso residenziale Ina-Casa (1964), la Chiesa Pio X di via Resia (1970) e inoltre l’estensione dello stadio di San Siro a Milano (1955).

Autore: Flavio Schimenti