Quando a Bolzano c’era il Prog

Rubriche | 30/7/2020

C’erano almeno tre cose che Mario Vitale, batterista de La Statale 17 si era prefisso come obiettivo da ragazzo: registrare un disco, suonare in uno stadio e tenere un concerto in un teatro. A diciannove anni le aveva praticamente fatte tutte e tre!

Un anno dopo, nel 1979 la bella storia di questa mitica formazione bolzanina era già giunta al capolinea, lasciando un vuoto notevole nel panorama musicale cittadino. “Mario e io – ci racconta Paolo Beltrami, che della Statale è stato tastierista – ci conosciamo fin da bambini, siamo sempre rimasti amici e fin da ragazzini abbiamo avuto questa fissa di formare un gruppo musicale e lo abbiamo formato, eravamo teenager e tutte le occasioni erano buone per intrufolarsi e suonare.”
La determinazione e la passione per la musica del quartetto (gli altri componenti originali erano Carlo Girardello alla chitarra e Paolo Depaoli al basso) erano tali che, un po’ per avere occasione di suonare con strumentazione professionale, un po’ per poter assistere ai concerti, non esitava ad autocandidarsi come spalla quando qualcuno capitava a suonare in città: nel carnet della Statale 17 si ricordano quantomeno gli Area e Arti e mestieri, in occasione di un concerto al Cinema Cristallo. “Quando nella stessa location si esibì il Perigeo – ricorda oggi Mario Vitale – siccome abitualmente si tenevano un concetto pomeridiano e uno serale, nell’intervallo tra i due spettacoli convinsi Bruno Biriaco a farmi provare la sua batteria, col risultato di ritrovarmi a fare una jam col bassista Giovanni Tommaso e il pianista Keith Tippett che si esibiva prima del Perigeo.”
Va da sé che con queste premesse il quartetto avesse delle aspettative. A forza di serate danzanti (spesso a base di cover che venivano cantate da Beltrami), La Statale 17 cominciò a farsi conoscere nell’ambito cittadino anche per le proprie interessanti composizioni strumentali di stampo progressive rock, il genere che andava per la maggiore.
“ll nome del gruppo – prosegue Beltrami – non c’entra nulla con l’omonima canzone di Guccini. C’era un gruppo che si chiamava La Statale 108, facevano musica da balera a Bibione e Lignano ed erano bravissimi. Una volta abbiamo aperto per loro al Dolomiti. La scelta del nome fu in loro onore, però siccome avevamo una strumentazione sfigata abbiamo scelto il numero 17! Poi era l’epoca degli acronimi come PFM, BMS e pure non avendo mai fatto uso di allucinogeni il nostro acronimo LSD era molto suggestivo!”
La svolta definitiva per La Statale arrivò grazie all’incontro con Walter Klotzner dell’associazione Contrapunkt: dapprima ci fu un concerto da tutto esaurito all’Haus der Kultur che originò la possibilità si registrare il primo LP in vinile di gruppi cittadini, non per un’etichetta di fuori, un disco condiviso insieme agli Emphasis, altro gruppo coevo, un lato per ciascuno: “Il disco con la più brutta copertina della storia del rock – commenta il bassista Marco Signorini –, io ero entrato nel gruppo al posto di Depaoli proprio nel periodo tra il concerto e la registrazione del disco, però per le sedute in studio lo chiamammo a collaborare in due brani.”

1978: La Statale 17 in concerto allo Stadio Druso


“Eravamo giovanissimi – prosegue Vitale – e la fretta, l’emozione di fare il disco, forse non hanno aiutato a sfruttare al meglio l’occasione che ci era offerta.” Aggiunge il tastierista: “La sala era stata affittata per sei giorni, tre per noi e tre per gli Emphasis, registrazione e missaggio, per di più il sedici piste era nuovo e quindi anche per Peter Ghirardini, il proprietario dello studio, si trattava di fare pratica.”
Il risultato fu un disco che fotografava la scena musicale bolzanina di quell’epoca, assolutamente in linea con quanto si ascoltava e faceva in Italia, un disco tutt’ora interessante e ricco di buone idee, sorprendente visto che tutti i musicisti coinvolti erano studenti teenager. Poi fu la volta del concerto allo Stadio Druso (un open air condiviso con Emphasis e Otho Mollis) e quindi di quello al teatro di Gries; infine, a marzo del 1979, un breve tour regionale portò la Statale anche a Innsbruck, con concerti sempre applauditi e affollati. “Per l’occasione – ci dice Carlo Girardello – al gruppo si era aggiunto il sassofonista Sandro Miori, oggi insegnante di musica a Vienna, entrato in un primo tempo in mia sostituzione, quando sono rientrato nella band in occasione del tour per un breve periodo siamo stati un quintetto.”
“Quello che avrei voluto fare era suonare la batteria tutta la vita – conclude Mario Vitale – ma mi è stato impedito, dovevo andare all’università e studiare medicina. E così è stato.”
E aggiunge Beltrami: “Quello che ci mancava era una strumentazione professionale, il cui prezzo in quegli anni era meno approcciabile che non oggi. Se avessimo avuto un equipaggiamento all’altezza forse avremmo anche preso in esame l’idea di provare a vivere di musica.”
Girardello e Signorini hanno continuato a rimanere nel circuito delle cover band per un po’, il primo suonando per un certo periodo anche con gli Emphasis e in tempi più recenti con Greta Marcolongo, Anna Bernard, Gigi Grata, Loris Anesi e Charlie Penner.

In foto principale: 2020: la band oggi

Autore: Paolo Crazy Carnevale – musicofilo