Tra Bolzano e Laives è sempre esistito un legame stretto, quasi un cordone ombelicale fatto di mobilità quotidiana, commercio e rapporti sociali. Non sorprende quindi che, già all’inizio del Novecento, nel paese si discutesse intensamente della necessità di una tranvia che collegasse stabilmente le due comunità.
Il 17 novembre 1906 la Bozner Zeitung pubblicò un articolo dettagliato intitolato “Eine Trambahn Bozen–Leifers”, segno di un dibattito ormai maturo.
A Laives cresceva l’impazienza verso l’indecisione delle autorità di Bolzano, Innsbruck e Vienna e verso il costante veto della k.u.k. privilegierte Südbahngesellschaft, preoccupata di perdere il florido traffico dei pellegrini diretti a Pietralba.
L’autore dell’articolo sottolineava che, nonostante anni di proposte, nulla era stato concretamente avviato. In realtà il sogno del tram era vivo già dalla fine dell’Ottocento, soprattutto tra commercianti e albergatori. Ma prima furono realizzate la ferrovia del Renon (1907) e la linea per Gries (1909).
Nel 1913 alcuni investitori privati – tra cui Anton Monsorno, Franz Defranceschi, Johann Koch e Franz Pircher – riuscirono a finanziare la tratta fino al Vurza / Wurzerhof, mentre Laives restava esclusa per l’opposizione delle Ferrovie Meridionali. Già nel 1912 era stata creata la Leiferer Automobil-Unternehmung, con Ferdinand Flor, Alfred Gerber e l’oste Alois Ebner, la prima linea automobilistica tra Laives e Bolzano, anche come alternativa all’inerzia ferroviaria.
Ci volle una guerra mondiale prima che il progetto potesse concretizzarsi. Nel 1931 la tranvia fu finalmente realizzata: i binari vennero posati attraverso le Part, e non lungo la statale, per motivi tecnici e, soprattutto, amministrativi. Il giorno dell’inaugurazione, davanti al “Grosshaus”, il primo convoglio fu accolto dalla popolazione e dalle autorità locali.
Per Laives la tranvia rappresentava una necessità concreta: la stazione ferroviaria del 1859 era lontana dal centro e poco utilizzata, mentre il traffico pendolare aumentava. I dati citati dalla Bozner Zeitung erano eloquenti: solo nel settembre 1906 si registrarono 11.801 movimenti di passeggeri, pari a circa 120.000 all’anno. Secondo il giornale, un collegamento più capillare avrebbe favorito lo sviluppo economico e residenziale, permettendo a lavoratori e impiegati di trovare alloggi più accessibili e alleggerendo la pressione abitativa su Bolzano.
La tranvia durò però appena 17 anni.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la nuova organizzazione del trasporto pubblico portò la SASA, dal 1948, a rilevare il servizio e a sostituire progressivamente il tram con mezzi più flessibili. Gli 8,820 chilometri di rotaia che univano Bolzano a Laives lasciarono così spazio al moderno trasporto su gomma. La storia di questa breve ferrovia si inserisce nel più ampio quadro europeo dell’epoca, quando molte città – da Vienna a Parigi, da Monaco a Zurigo – sviluppavano reti tranviarie come simbolo di progresso e come risposta ai bisogni di una società sempre più mobile. Anche a Laives, per un tratto non lungo ma significativo, il tram fu il segno tangibile di un territorio che cercava di crescere restando connesso al suo capoluogo.
Autore: Reinhard Christanell