Salari nel settore privato

Rubriche | 4/9/2025

Tra il 2018 e il 2023, i salari nominali nel settore privato altoatesino sono aumentati dell’11,8%, mentre il costo della vita è cresciuto del 20,3%.  A dirlo è un’indagine locale dell’Istituto per la Promozione dei Lavoratori. Non è la prima volta che questo accade e oggi giunge una conferma: gli stipendi nel settore privato non riescono davvero a tenere il passo con l’aumento dei prezzi. Gli aumenti salariali recentemente annunciati per i dipendenti del pubblico impiego rappresentano senz’altro un segnale importante, ma ora anche il privato è chiamato ad agire, dicono i vertici di IPL. Lo dicono ricordando che con il 76% in Alto Adige il settore privato detiene una quota significativamente maggiore dell’occupazione dipendente rispetto al settore pubblico (24%).

Guardando alle qualifiche professionali nel settore privato guarda caso si osserva che quelle più elevate hanno tendenzialmente registrato un aumento salariale maggiore rispetto a quelle più basse. Nello specifico: +15,9% per i dirigenti, +12,7% per i quadri, +11,3% per gli impiegati e solo +10,2% per gli operai.

La ricerca di IPL ricorda che il 20,3% dell’aumento del costo della vita tra il 2018 e il 2023 è dovuto principalmente alla crescita dei prezzi causata dalla crisi energetica del 2022, con un ulteriore rincaro registrato nel 2023. Un’onda lunga che non accenna a fermarsi. 

I dati relativi al 2023 non fanno che confermare le impressioni che tutti noi abbiamo avuto, gestendo le nostre finanze personali e famigliari. E con questo si conferma la crescita dello squilibrio tra coloro che fanno fatica (con le loro famiglie) a quadrare il loro bilanci e chi invece nella provincia gode di una posizione di privilegio economico, per un motivo o per l’altro. Sia esso la proprietà di immobili in affitto che la responsabilità di aziende con profitti in crescita. 

Non dobbiamo rassegnarci alla presunta normalità di questo squilibrio. Anche nel sistema Alto Adige è giusto che nella parte più dinamica del mondo del lavoro, ovvero il settore privato, riprenda un dibattito – serio – sulla necessità di sostenere i dipendenti, soprattutto quelli a basso reddito. Per evitare il boomerang costituito dall’esclusione di una fetta sempre più ampia di residenti lavoratori dall’accesso di larghe fette di beni di consumo. Stiamo parlando di beni di prima necessità, ma anche – ad esempio – della possibilità di godere di un periodo di ferie degno di questo nome. La tutela dei più deboli non può e non deve passare di moda.

Autore: Luca Sticcotti