Cielo grigio

Rubriche | 12/6/2025

Domenica scorsa sull’arco alpino e anche in Alto Adige è apparsa una spessa foschia. Molti hanno pensato alla sabbia del deserto che sempre più spesso viene a farci visita spinta dai venti da sud e consentendoci di scattare foto suggestive con le montagne sfocate e tinte di arancione. I meteorologi si sono però precipitati a dire che in questo caso non si tratta di sabbia, bensì niente meno che di fumi provenienti dal lontano Canada, dove da un paio di settimane a causa dei cambiamenti climatici sono scoppiati centinaia di incendi, riprendendo una triste nuova tendenza manifestatasi con grande intensità a partire dal 2023. Purtroppo il fumo degli incendi porta con se un significativo aumento delle polveri sottili. I primi dati registrati indicano che la qualità dell’aria improvvisamente è calata al livello di un ordinario giorno d’inverno senza vento. Il problema è che non si sa se il fenomeno è destinato a sparire in pochi giorni o a permanere. E si sta ancora cercando di capire se i fumi dopo il loro lungo viaggio non diventino ancora più pericolosi. Si tratta infatti di fenomeni nuovi e che non possono ancora contare su un sufficiente numero di studi scientifici dedicati.
All’insegna del cielo grigio, questa volta “simbolico”, sono anche alcune notizie degli ultimi giorni.
La provincia di Bolzano si è distinta a livello nazionale per la percentuale più bassa di votanti in Italia nella tornata di referendum che si è tenuta nelle giornate dell’8 e del 9 giugno. Nei referendum la non partecipazione è una forma di scelta, andando ad incidere sul non raggiungimento del quorum. Ma in presenza dell’attuale crescita dell’astensionismo verificatasi in occasione delle recenti consultazioni comunali non si tratta di un bel segno per la nostra democrazia. A intristire è anche il fatto che il nostro territorio è stato uno dei pochi in cui ha prevalso il no nel referendum che voleva portare a 5 anni il tempo minimo per gli stranieri che vogliono chiedere la cittadinanza italiana. Evidentemente e non si sa per quale motivo la maggioranza dei residenti non vuole che gli stranieri indispensabili come forza lavoro in tutti i settori economici e soprattutto i giovani, molti dei quali nati qui, restino a lungo precari e appesi a permessi di soggiorno, non potendo esercitare appieno i loro diritti come tutti. Per fortuna la città capoluogo in questo caso ha invertito il trend, e i favorevoli alla riduzione dei tempi per presentare la domanda sono risultati più o meno un terzo dei votanti.
La convivenza non è solo una questione di italiani e tedeschi, andrebbe sottolineato. Ed abbiamo molta strada da fare in questo senso.

Autore: Luca Sticcotti