Seguendo le vicende della politica internazionale nei giorni scorsi mi sono ritrovato a pensare ad una parola che normalmente utilizziamo nell’educazione dei bambini quando sono piccoli e che poi, normalmente, mettiamo da parte quando entrano nell’età adulta. La mia impressione è infatti che negli ultimi mesi la regressione politica abbia messo in secondo piano quelle che pensavamo fossero le conquiste più importanti del secolo scorso, pur con tutte le sue ombre. Stato di diritto, democrazia, ricerca del consenso, diplomazia, mediazione, sembrano essere stati (provvisoriamente?) accantonati, in una dinamica in cui a prevalere è la prepotenza dei più forti.
Ho fatto quindi un passo indietro e mi sono messo di nuovo nei panni di un padre che deve rispondere a un figlio che lo interroga, con gli occhi spalancati, chiedendogli: “cos’è la prepotenza?”.
Ebbene: chi è prepotente vuole imporre la sua volontà, anche ricorrendo a coercizioni e soprusi. Bisogna stare attenti, perché spesso questo atteggiamento viene confuso con la sicurezza e la decisione, attenuandone il significato impositivo. Prepotenza spesso diventa sinonimo di grande forza e potenza, dimenticando che la potenza eccessiva può diventare predominio ed egemonia.
Ogni riferimento al nuovo corso della politica americana naturalmente è tutt’altro che casuale. Se poi pensiamo che si tratta di atteggiamenti più o meno condivisi anche da altre superpotenze globali, indubbiamente non c’è che di preoccuparsi, sperando (o meglio agendo!) affinché anche a livello nazionale e locale non si seguano queste derive.
Nei giorni scorsi ho invece sorriso quando ho visto che il comico Dario Vergassola si autodefinisce su Instagram “aspirante ininfluencer”. Quando si è spento il mio sorriso ho pensato che tutto sommato è molto meglio essere ininfluenti, che non finire travolti nella propria vita privata (e non solo) da uno scandalo di falsi pandori solidali. Ma poi nello stesso tempo ho anche pensato che in realtà solidarizzo con tutti coloro – tanti – che modestamente fanno la loro vita, comportandosi con onestà, rispettando i propri principi e gli altri, magari ogni tanto dando una mano a chi sta peggio di loro. Sono ininfluenti? Non credo. Così come continuo ad essere dell’opinione che l’arroganza è cattiva consigliera, nel nostro piccolo così nelle grandi dinamiche della politica e dell’economia mondiale. Dobbiamo averlo ben chiaro e trovare il modo di farlo capire a chi pensa di poter calpestare chi ha intorno, ovvero in un modo o nell’altro anche tutti noi. Prima o poi.
Autore: Luca Sticcotti