Addio agli orti di via Foro Boario

Rubriche | 28/11/2024

È bastata una lettera raccomandata, ritirata a metà settembre, per gettare gli ortolani nello sconforto. La notizia girava già da alcuni mesi, e non si sapeva se fossero le solite voci di corridoio o se, al contrario, era qualcosa di tangibile; come spesso accade in queste situazioni si va avanti un po’ ‘sul chi va là’ e si cerca di restare positivi. Purtroppo, l’epistola conteneva l’ufficialità, suggellata dal Comune di Merano, che entro il 15 novembre tutti gli ortolani dovevano abbandonare la propria parcella. Tra tutte queste anime spaesate c’ero anch’io. Grazie alla gentile concessione dell’ex Sindaco Paul Rösch, disponevo di una piccola porzione dal 2017, che poi era stata prorogata di anno in anno dall’attuale Amministrazione; in primis perché c’è sempre stata la disponibilità immediata ed in secundis per meriti culturali come custode di semi dell’associazione fiorentina Seed Vicious, amministratore del gruppo Facebook Balconorto – frutta e verdura a portata di mano – nonché redattore pro bono di questa rubrica; l’appuntamento ormai consueto su tutte e tre le edizioni di Quimedia, attinente alla coltivazione di piante orticole sul balcone, con alcune digressioni, alla possibilità di confrontare le diverse fasi di crescita tra colture in vaso e piena terra, e disporre di semi riproducibili. L’età media dei fruitori degli orti comunali è piuttosto alta, ci sono svariate figure per classe, origine e provenienza; esse possono apparire tranquillamente come gli zii o i nonni,  fortemente connessi alla terra e che trovano nei lavoretti manuali dei miglioramenti delle condizioni di salute, di autostima e modeste autoproduzioni; gli spazi gestiti dalla Caritas invece sono curati da persone più giovani, che hanno sicuramente alle spalle storie e vicissitudini da raccontare, legate alle realtà migratorie e riscatti d’integrazione. Ricordo ancora il giorno in cui ho barattato pomodori e cetrioli con dell’ottimo tè alla menta marocchina da parte di Jamil, sotto la pergola; e proprio lì, recentemente, si sono tenute le riunioni settimanali tra gli ortolani ed i rappresentanti comunali. Infatti, come si è potuto leggere dai giornali, la SASA, società mista privata pubblica, azionista di maggioranza, ha deciso di collegare la grande rimessa di via Foro Boario inglobando questo lembo di terra per creare una stazione di rifornimento a idrogeno per i propri mezzi. In questo abbandono forzato l’Assessore Stefan Frötscher e l’assistente amministrativa sig.ra Tanja Gruber si sono dimostrati davvero molto disponibili ed empatici nei nostri confronti, un faro nella tempesta; speriamo ci sia la stessa sensibilità anche nei confronti del marmista Zanaga. In attesa del trasloco, nei fine settimana tra ottobre e novembre chi più, chi meno ha provveduto ad organizzare lo sgombero del proprio spazio (termine prorogato fino al 30.11), iniziando a raggruppare tutto il materiale ancora in buono stato, a sradicare le piante perenni da trapiantare nei nuovi lotti messi a disposizione tra via Lunga, Sinigo e altri quartieri. Le zampe degli asparagi, ormai quinquennali, le ho prima eradicate e poi messe a dimora sul balcone; anche il piccolo cedro dell’Himalaya (Cedrus deodara), nato spontaneo da un semino a spasso nel vento, e miracolato alle ruspe, ha trovato nuova vita sul balconORTO.

Autore: Donatello Vallotta