Lamentarsi non serve, rimbocchiamoci le maniche

Rubriche | 26/11/2020

Oggi come oggi per tutti noi è davvero fondamentale, giorno per giorno, riuscire a trovare un modo per guardare con fiducia al futuro, scrollandoci di dosso quel fardello di ansia e pessimismo che ci appesantisce. In questo senso ho trovato davvero prezioso un commento dello psicanalista Massimo Recalcati, intitolato “No alla Generazione Covid” e pubblicato da Repubblica.
Recalcati si riferisce alla didattica a distanza, la risorsa che in fretta e furia la scuola si è ritrovata a dover implementare, per non dover chiudere bottega a tempo indeterminato. Essa non è affatto l’ideale, riconosce Recalcati, osservando però in primo luogo che i “reali” processi di formazione non seguono mai una traiettoria ideale. E aggiungendo in secondo luogo – cosa ancor più importante – che “i maggiori effetti formativi si generano non a partire dai successi o dalle gratificazioni, dalle prestazioni mirabili o dalle affermazioni senza intoppi, ma dalle cadute, dai fallimenti, dalle sconfitte, dagli smarrimenti”.
Recalcati prosegue la sua riflessione mettendo in guarda dal pericolo della lamentela permanente e dalla vittimizzazione. Per questo di dichiara contrario all’idea stessa di una Generazione Covid caratterizzata – come sempre più spesso si sente dire in giro – per “le occasioni che sono state ingiustamente e definitivamente sottratte”.
Come sappiamo nella scuola molti sono gli operatori (e soprattutto gli alunni e studenti) che in questa fase si sono rimboccati le maniche, reinventandosi e mettendosi in gioco in una nuova forma, inaspettata e costantemente in divenire. Recalcati conclude il suo commento incoraggiando tutti a prendere esempio da coloro che non si sono rassegnati, non piangendosi addosso perché – a ben vedere – “siamo sempre ancora in tempo anche se siamo sempre in ritardo”.
Dalla scuola che resiste, reinventandosi, è giusto ripartire. Ed è anche alle priorità e all’esempio della scuola che a mio avviso devono guardare oggi politica ed economia, quando sono tentate di tornare troppo presto a una “normalità” che potrebbe di fatto provocare ancora molte vittime tra i nonni dei ragazzi di cui sopra.

Autore: Luca Sticcotti – Direttore del giornale