Lentezza

Rubriche | 4/5/2023

Anche quest’anno si sono ripetute frastornandoci, le dinamiche che si innescano in occasione della festa dei lavoratori. Se è una festa bisogna festeggiare, è logico. Ma anche quest’anno s’è detto – ancora una volta e per molti motivi – che in realtà non c’è molto da festeggiare.
è forse per questo che, allora, mi sono ritrovato a consultare una volta in più la lista delle “giornate” dedicate a questo o quell’argomento che – di fatto – lascia libere ben poche caselle del calendario, per cercare un’altra “sfumatura” per questo uggioso inizio di maggio.
Ebbene: mi sono sorpreso, positivamente, scoprendo che nei pressi del primo lunedì di questo mese, già da diversi anni, si celebra “anche” la “giornata della lentezza”. “La lentezza di lunedì?”, mi sono domandato in prima battuta. Ma poi ho subito pensato che una giornata della lentezza celebrata di lunedì e per di più il primo maggio può di fatto avere anche un senso profondo.
La giornata della lentezza ci richiama una serie di questioni che, a ben vedere, sono tutt’altro che di poco conto, anzi. I ritmi frenetici che caratterizzano la nostra quotidianità e lo stress che ne consegue, spesso pongono dei grandi limiti alla qualità della nostra vita. Una vita che – dobbiamo tenerlo a mente – è appunto “una” e non ripetibile. Si tratta, insomma, della sola occasione che abbiamo per fare le cose che più ci aggradano, come lo stare con i nostri familiari, gli amici e le persone a cui teniamo.
Il motto della giornata mondiale della lentezza è “relax, take it easy”, ricordando che lentezza fa rima con leggerezza, ma non con superficialità. La leggerezza di cui parliamo è quella che ci consente di apprezzare le piccole cose e – quindi – anche rivolgere i nostri pensieri a una dimensione più retrospettiva in cui, spesso, un po’ di silenzio e una “pausa”, sono in grado di donarci la sensazione di esserci nuovamente connessi con il nostro vero “noi”. Magari dando poi il via o – meglio – creando le condizioni per un momento di riflessione. Per fermarci a osservare dove siamo, cosa stiamo facendo e quindi in definitiva anche “chi siamo”. Se rallentiamo la nostra corsa, il nostro respiro, il flusso dei nostri pensieri, siamo quindi anche in grado di modificare la nostra percezione del valore del tempo. Fino a giungere, quasi, a sorridere della contraddizione insita in una delle frasi che, forse, pronunciamo di più, ovvero “non ho tempo”.
La lentezza è uno strumento formidabile per tornare ad alimentare in noi stupore, meraviglia e gratitudine per quello che siamo e abbiamo. Diamole dunque una chance in più, ogni tanto.

Autore: Luca Sticcotti