Un impegno comune

Rubriche | 12/1/2023

Il 31 dicembre nel suo messaggio di fine anno il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha invitato ognuno di noi a prendersi le sue responsabilità. Lo ha fatto ricordando che per primo lui, in modo inatteso, si è visto coinvolto in un secondo mandato.
Ad un certo punto del suo discorso il Presidente ha fatto riferimento alla guerra in Ucraina, osservando che, se il 2022 è stato l’anno della guerra, occorre ora “concentrare gli sforzi affinché il 2023 sia l’anno della fine delle ostilità, del silenzio delle armi, del fermarsi di questa disumana scia di sangue, di morti, di sofferenze”. Mattarella ha colto l’occasione per ricordare i valori su cui si basa la nostra Costituzione, della quale il 1 gennaio abbiamo celebrato il 75esimo anniversario dell’entrata in vigore. Ed entrando nel merito del dramma che ormai quasi da 1 anno ha messo in ginocchio l’Ucraina e in apprensione il mondo intero, ha pronunciato parole quanto mai chiare e illuminanti. “Non ci rassegniamo a questo pre- sente. Il futuro non può essere questo. La speranza di pace è fondata anche sul rifiuto di una visione che fa tornare indietro la storia, di un oscurantismo fuori dal tempo e dal- la ragione. Si basa soprattutto sulla forza della libertà. Sulla volontà di affermare la civiltà dei diritti. Qualcosa che è radicato nel cuore delle donne e degli uomini. Ancor più forte nelle nuove generazioni.”
In queste quattro brevi frasi sono concentrati i principi chiave della democrazia e dello stato di diritto. Nell’ottica del necessario comune impegno, costante, per un futuro migliore. E alimentando una speranza che si basa sull’osservazione matura e attuale della realtà. Insomma: non dobbiamo in nessun modo cedere ad una visione che, per paura o per interessi di potere e di parte, ci spinga a volgere lo sguardo all’in- dietro. Per questo il Presidente ha richiamato, giustamente, il tesoro della libertà che deve essere oggi più che mai un faro delle nostre società, consentendoci di (ri)affermare la ci- viltà dei diritti. Quando il Presidente dice che questa visione è radicata nel cuore delle donne e degli uomini, richiama il percorso faticoso ma anche vincente compiuto finora dal- la nostra democrazia. La democrazia e la libertà sono ormai radicate nel nostro modo di vivere e sono la dote che affidiamo alle nuove generazioni che, non per nulla, spesso ci pongo- no davanti ad uno specchio, richiamandoci alle nostre incoerenze e alle nostre contraddizioni. Smascherando l’incompiutezza del nostro vivere civile rispetto alle regole e principi, alti, che i nostri nonni hanno scelto per noi 75 anni fa.
Non rassegniamoci mai. Crediamoci fino in fondo. Dipende solo da noi. Da tutti noi.

Autore: Luca Sticcotti