Povertà ereditaria

Rubriche | 20/10/2022

I poveri assoluti in Italia sono 5,6 milioni di persone, quasi uno su dieci. Nel nostro paese non abbiamo mai avuto così tanti poveri assoluti e dal fenomeno non è esente neanche la provincia di Bolzano, dove sono migliaia le famiglie che in queste settimane si stanno rivolgendo ad enti pubblici e privati per avere un sostegno. E non è solo una questione di bollette, l’unico riferimento a questo tema che abbiamo visto comparire nella recente (e triste) campagna elettorale. 

Ancora più impressione mi ha fatto constatare, grazie a un Rapporto Caritas pubblicato negli ultimi giorni, quali sono le categorie di persone che si stanno impoverendo oggi in Italia e in quali contesti matura questa crescente sfida alla sussistenza. Il dato è di quelli che vanno in completa controtendenza, rispetto all’impressione che maturiamo guardandoci intorno, fruendo le notizie sui media e facendoci condizionare dalle nostre aspettative, come avviene oggi quando per informarci ci appoggiamo quasi esclusivamente sui social network. 

“I livelli di povertà continuano ad essere inversamente proporzionali all’età”, si legge nel rapporto. Perché la percentuale di poveri assoluti si attesta infatti al 14,2% fra i minori (quasi 1,4 milioni di bambini poveri!) e al 5,3% per gli over 65. Non solo: tra il 2020 e il 2021 l’incidenza della povertà “è cresciuta più della media per le famiglie con almeno 4 persone, i nuclei con persona di riferimento di età tra 35 e 55 anni, i bambini di 4-6 anni, le famiglie degli stranieri e quelle con almeno un reddito da lavoro”, e tutto questo perché il lavoro (quando c’è) è troppo spesso precario e sottopagato, come ben sappiamo. Inoltre le maggiori difficoltà le hanno le famiglie a rischio che si trovano nei grandi centri del nord, perché al sud la vita costa molto meno.

Insomma: Il reddito di cittadinanza va senz’altro riformato, perché così com’è solo in parte riesce ad affrontare questo enorme problema. Ma è anche su altri livelli che occorre intervenire, ovvero contrastare il lavoro in nero e sostenere tutti i poveri e nuovi poveri che cercano aiuto non solo per ricevere beni e servizi, ma anche per essere ascoltati e consigliati. La povertà economica infatti quasi sempre si combina con altre forme di disagio sociale, articolandosi in mille modi, tutti bisognosi di essere capiti, compresi e sostenuti. 

Tornando al milione e mezzo di bambini poveri in Italia, il Rapporto Caritas ci dice che la povertà in Italia si eredita molto più della ricchezza. 

Dunque non ci resta che la speranza, speriamo non vana, che il nuovo governo sia in grado di maturare innanzitutto una consapevolezza di tutto ciò, per vedere se è possibile non dico ridurre ma almeno non ampliare ulteriormente il terribile divario che si registra oggi in Italia tra ricchi e poveri. 

Autore: Luca Sticcotti