Votate!

Rubriche | 22/9/2022

Vi invito a leggere a pag. 11 il commento scritto da Paolo Valente per la rubrica “Senza Confini”.
In esso si trovano diversi spunti per dare un senso al voto che ci apprestiamo a dare, domenica 25 settembre, nell’appuntamento elettorale che consentirà di eleggere il nuovo parlamento italiano.
Fa bene Valente a ribadire che ogni voto dovrebbe essere rivolto al futuro, nell’ottica di dell’apporto che ognuno di noi è tenuto a dare in termini di idee, proposte e coerenza negli impegni assunti. Con’è noto nella democrazia rappresentativa, la nostra democrazia, questo compito viene affidato attraverso il voto ai partiti e ai politici che faranno parte del nuovo parlamento, ridotto nei numeri grazie ad una recente riforma. Spetta dunque a loro costruire un consenso elettorale in grado di guardare lontano, senza accontentarsi di lanciare esche e slogan.
A suo tempo più volte abbiamo cercato di ricordare l’importanza stessa del voto, a fronte della crescita esponenziale dell’astensionismo. E in queste elezioni tale fattore sembra acquistare ancora più importanza e risvolti paradossali. I risultati dei sondaggi sulle intenzioni di voto che fino a qualche giorno fa ci hanno martellato, hanno difatti insistito su due aspetti divergenti. Da una parte l’ineluttabilità del risultato, vista la dichiarata intenzione da parte degli intervistati di privilegiare in maniera netta una parte politica. Dall’altra un’incertezza di fondo, legata ad un’altra percentuale davvero significativa e addirittura sorprendente, ovvero proprio quella relativa ai “non voterò oppure non so”.
A mio avviso questo paradosso è figlio del nostro ormai acclarato disorientamento in qualità di elettori. Uno smarrimento amplificato dai fatti recenti: le turbolenze e contraddizioni nella passata legislatura, la rielezione del presidente Mattarella come extrema ratio, i successi ma allo stesso tempo la bocciatura del governo Draghi. D’altronde le scorse elezioni erano state vinte dall’antipolitica. Quale migliore viatico per i turbamenti e le incertezze? Negli ultimi giorni abbiamo sentito parlare di seggi paracadutati e blindati. Nella nostra realtà locale per fortuna siamo rimasti pressoché immuni da queste conseguenze nefaste dell’attuale legge elettorale e questo è un bene. Meno positivo però è il fatto che la medesima legge elettorale ha reso ancora più complessa la rappresentanza delle varie anime politiche del nostro territorio in parlamento.
Una cosa comunque è certa: anche questa volta e forse ancor di più è inutile passare il tempo a lamentarsi, se decidiamo di non esercitare il nostro diritto di scelta. è proprio quando l’incertezza è massima che occorre avere il coraggio di decidere. Non occorre nemmeno metterci la faccia. Basta una scheda votata posta nell’urna.

Autore: Luca Sticcotti