Ferie, lavoro e… voto

Rubriche | 28/7/2022

Nella nostra Costituzione il lavoro ha un’importanza fondamentale, al punto che questa dimensione di attività dei cittadini è la prima ad essere citata nell’art. 1, quale vero e proprio principio base.“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” si legge infatti nella prima frase della nostra carta fondamentale. La seconda frase che completa l’art. 1 ci ricorda un altro concetto chiave, ovvero che siamo noi a tenere le fila delle regole del gioco, attraverso il diritto dovere che quest’anno ci porterà alle urne anzitempo, il 25 settembre, con lo scopo di rieleggere il Parlamento (“La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”).
Tornando al lavoro, questa è assoluto protagonista anche dell’art. 4. In questo caso si dice che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro” e che “promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. Quindi non si afferma solo un diritto “teorico” ma si sancisce un vero e proprio impegno dello Stato, affinché questo diritto si esprima nella vita di ognuno di noi. Non solo. Nel prosieguo dell’art. 4 si chiarisce anche che “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”. In questo caso si tratta di un “dovere”, che però – attenzione – non va svolto in una dimensione di schiavistica costrizione, come purtroppo spesso accade. Inoltre: il lavoro del cittadino ha anche un ruolo sociale, positivo, che deve contribuire a farci crescere tutti, non solo economicamente ma anche – potremmo dire più laicamente – dal punto di vista della “qualità” della nostra “civiltà”.
Il lavoro torna poi in diversi altri articoli della nostra carta, tra cui l’art. 36. “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa. La durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge. Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi”. Sulla prima parte di questo articolo ci torneremo senz’altro. Troppi sono infatti i cittadini che, oggi in Italia, sono poveri (insieme alle loro famiglie) anche se lavorano.
In conclusione non ci resta che ricordare dunque il diritto al riposo e in particolare alle ferie retribuite. Non rinunziarvi è un altro diritto dovere. Durante le vacanze quest’anno potremo anche cogliere l’occasione per chiarirci le idee sulla importante scelta che dovremo compiere a fine settembre. Senza farci incantare dalle promesse vane dei politicanti senza scrupoli che spesso ci prendono per sprovveduti.

Autore: Luca Sticcotti – Direttore del gironale