Elogio del silenzio

Rubriche | 29/7/2021

Con il termine “silenzio” si intende la relativa o assoluta mancanza di suono o rumore. Dal punto di vista tecnico un ambiente che produca suono inferiore ai 20 db viene solitamente considerato silenzioso. Avete mai provato ad attivare un “fonometro”, ovvero uno di quegli strumenti che servono per misurare la “pressione acustica”? Ebbene: sia che vi troviate in città che in un piccolo paese di montagna i 20 decibel resteranno un miraggio, per la maggior parte della giornata. Il nostro rapporto con il silenzio può assumere forme molto diverse. In generale alcuni di noi lo accolgono, ma per molti altri il solo pensiero di stare seduti in silenzio è sufficiente a far accapponare la pelle. Ma in realtà il silenzio dovrebbe far parte della giornata di tutti noi ed è da tempo che la scienza ne ha riscoperto l’importanza, per migliorare la nostra salute fisica, mentale ed emotiva. Gli studi scientifici hanno provato come il rumore (il contrario del silenzio) abbia un impatto negativo sulla nostra salute perché, fra le altre cose, aumenta i livelli di ormoni dello stress. Invece è provato come il silenzio ci renda più sereni, calmi e rilassati. Secondo la scienza il silenzio è addirittura alla base della creatività e dell’elasticità mentale, in grado com’è di rigenerare il cervello e il corpo, e di farci recuperare abilità cognitive. Negli ultimi anni, “grazie” agli effetti dei cambiamenti climatici si è sviluppata una nuova sensibilità ambientale. L’auspicio è che all’interno di questo processo trovino spazio anche misure volte a ridurre l’inquinamento acustico, che pregiudica la necessità di tutti noi di poter fruire della giusta dose di silenzio. L’augurio è che in questo tempo di ferie per tutti ci sia la possibilità di godere della giusta dose di assenza di rumore. D’altronde il silenzio ha la sua importanza, più metaforica, anche nel mondo della comunicazione, indicando non solo la negazione o interruzione della stessa, ma facendosi anche vero e proprio mezzo di espressione di pensieri ed emozioni. Seneca sosteneva che un bravo oratore non solo deve saper parlare (persuasivamente), ma anche tacere (efficacemente). Il silenzio infatti è messaggio e la scelta di non dire è essa stessa un atto linguistico. Specie in questo periodo di molte (troppe) parole al vento.

Autore: Luca Sticcotti – Direttore del giornale