Le stelle del quadrato tornano a brillare

Attualità | 17/6/2021

Bolzano e dintorni furono negli anni ’50 un centro di livello, con atleti di caratura internazionale, grazie ad un maestro di quelli veri dediti con passione e sacrificio alla palestra “casa”. Era l’indimenticato Antonio Di Curti, la cui scomparsa segnò per anni la parallela scomparsa della grande boxe. Qualche tentativo fu fatto da Bruno Barbieri, ma purtroppo non ci fu il necessario seguito. Intanto cresceva tecnicamente ed umanamente il bolzanino Francesco Nicotera che su un centinaio di combattimenti iniziava a sommare una serie di vittorie, come l’argento agli italiani 1990 e 91, oro nel torneo delle 32 nazioni, ancora oro nella spettacolare serata Italia – Canada, quarto ai giochi del Mediterraneo e settimo ai mondiali. Chiude finalmente la carriera nel 1993 con una classifica che lo “eternizza” secondo a livello italiano, quarto a livello europeo e settimo a livello mondiale. Fortunatamente, carattere generoso e altruista, non chiude egoisticamente con il mondo della boxe ma decide di dedicarsi tecnicamente e socialmente ad una attività che insegna come limitare la naturale aggressività a momenti circoscritti e luoghi ben stabiliti. Il giovane campione capisce quindi che il proprio ruolo nella vita sportiva non era solo quello di atleta, ma anche quello di creare una eredità di sport, di insegnamento di vita, di dare la possibilità di sfogo ai giovanili ardori, di togliere, come è successo, qualcuno dalla strada e dargli una speranza. 
Ed il campione bolzanino, smessi i panni del gladiatore, indossa quelli del maestro: Nicotera apre una sua palestra nel 1995, che con orgoglio chiama Boxe Nicotera, nel palazzetto dello Sport di viale Trieste. Ed è subito folla che neppure il Covid è riuscito a fermare: decine di atleti vincono piccole ma importanti gare che fanno tanto bene all’ autostima, alcuni accedono a gradini più alti, la maggior parte impara a frenare gli impulsi aggressivi, altri approfondiscono le tecniche di difesa personale così allargando gli orizzonti a categorie altrimenti schive, bambini, anziani e ovviamente donne.

Nicotera, Maurizio Stecca (campione olimpico e mondiale), Al Mourchid e Mazzoni


Franco fortunatamente trova un vice, all’epoca allenato da Luciano Buffo, in Alessandro Mazzoni, anch’egli con un curriculum di tutto rispetto come la vittoria ai Campionati universitari nel 2002 e in altri 110 incontri dei quali diversi vinti o piazzato nei posti d’onore. Pugile elegante ed educato, sul ring e nella vita, diviene meritatamente l’alter ego di Franco che non è più solo l’allenatore ma diviene un parente, uno zio, un padre, un padrino, sicuramente un amico: solo così si spiega la dedizione con la quale i tanti frequentanti parlano di Franco ed ora anche di Alessandro Mazzoni. 
Il sogno di Franco: dopo la quindicina di incontri e stage di successo, organizzati a Bolzano, quello di organizzare una grande serata di boxe, di quelle che difficilmente si possono dimenticare. 

In foto principale: la squadra agonistica giovanile

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