Da Bolzano al Sudafrica, per un’agricoltura sostenibile

Attualità | 16/9/2021

Thomas Bringhenti – giovane bolzanino cresciuto nel quartiere di Europa Novacella – vive attualmente tra la provincia del Limpopo, nel Nord Est del Sudafrica, e Göttingen, in Germania, da dove si è collegato in video-chiamata per raccontare la sua storia e dove, dopo i tre anni passati a Bolzano a studiare Scienze e Tecnologie Agrarie, ha svolto un master specializzandosi in Agricultura Tropicale. Ed è proprio durante il periodo di studio in Germania che, nel 2017, Thomas sceglie di partire per il Sudafrica. “Non era la prima volta che mi capitava di viaggiare per motivi di studio, in passato sono stato a Capo Verde per studiare le esigenze idriche delle piantagioni di banane. Insomma, non era la prima volta che andavo in un Paese del Sud del mondo. In Sudafrica ho trovato un Paese meraviglioso e accogliente, ma al tempo stesso pieno di contraddizioni, a cominciare dalle disuguaglianze etniche che, da altoatesino, non ho potuto non confrontare con la storia della mia terra…”

Thomas Bringhenti

Gli aspetti sociali:
Provincia di Bolzano e Limpopo a confronto

“In un Paese con una storia recente così travagliata agli studenti sudafricani, questa materia non viene proprio insegnata al contrario della nostra realtà dove fortunatamente si approfondisce la storia locale. Come da noi – spiega Bringhenti – anche in Sudafrica sono rari gli esempi di scuole ‘miste’ e, fino a pochi anni fa, esistevano ancora Università separate per i diversi gruppi etnici. Queste ‘segregazioni’ sono tuttora visibili in diversi aspetti della società, e come ‘europeo’ ho fatto fatica a conviverci, perché in forte contrasto con i miei valori.”
Durante la sua prima fase di ricerca, Thomas si è occupato della diversità genetica delle specie coltivate nei giardini dei piccoli agricoltori del Limpopo – dagli alberi da frutta alle spezie – e di come questa si potesse tradurre in sicurezza alimentare e, soprattutto, diversità nutrizionale per gli abitanti del posto.

Fiore di macadamia

Coltivazioni sostenibili
“Successivamente, nel 2019, mi si è presentata la possibilità di tornare in Sudafrica per il mio dottorato. Tra impegni e Covid – racconta – sono potuto tornare in Italia solamente a giugno di quest’anno. Oggi ho l’opportunità di coordinare un progetto internazionale di ricerca, SALLnet, – finanziato dal Ministero della Ricerca e Istruzione della Germania e che vede protagonisti numerosi partner tedeschi e sudafricani – finalizzato ad accrescere la resilienza e la sostenibilità nell’uso del territorio, anche in vista dei cambiamenti climatici. Non mi occupo più solamente dei piccoli agricoltori, ma anche delle grandi piantagioni che riforniscono il commercio globale. Il mio oggetto di studio, questa volta, è la noce di macadamia, originaria dell’Australia ma di cui il Sudafrica è il primo produttore al mondo. Questo albero ha bisogno di irrigazione nei mesi secchi ma, da parte dei coltivatori, c’è la tendenza a irrigare oltre il necessario. Personalmente mi concentro a trovare i valori minimi e massimi per l’irrigazione nelle diverse fasi della coltivazione, ho potuto infatti condurre esperimenti scientifici in diverse piantagioni. L’obiettivo della ricerca è quello di ridurre gli sprechi idrici, vista l’importanza e la scarsità della risorsa, e, allo stesso tempo, consentire alle piante una buona produzione di noci, trovando un giusto equilibrio tra l’acqua utilizzata e le noci prodotte.”
Sono considerazioni, quelle di Thomas, che evidentemente superano ogni confine e che consentono a tutti una riflessione sociale e ambientale.

Autore: Andrea Dalla Serra

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