Luca e le sue storie raccontate al telefono

Attualità | 6/5/2021

Nelle scorse settimane abbiamo avuto il piacere di chiacchierare, telefonicamente, con Luca Chieregato, un cantastorie milanese che collabora con alcune realtà locali e che durante il lockdown ha trasformato il suo modo di lavorare per poter comunque portare le proprie storie nelle case delle persone. 

Buongiorno Luca, posso chiederti come mai in questo periodo in cui tutto avviene online io ti stia intervistando attraverso una chiamata telefonica? 
Penso che quando si vuole fare qualcosa sia utile mettersi a proprio agio, sia nel lavoro che nella vita di tutti i giorni. Se riesci a trovare dei metodi per rendere più leggero per te e per chi ti sta attorno ciò che vuoi e che ti piace fare allora anche la tua vita sarà più leggera. Poi c’è un altro motivo, ovvero a me piace parlare al telefono, per cui ho deciso durante il lockdown di raccontare storie al telefono. 

Come è nata questa idea di raccontare le storie al telefono? 
Durante il lockdown ho deciso di regalare una storia a una mia amica, e ho notato quanto questa cosa potesse dare umanamente; subito, tramite passa parola, tantissime persone hanno iniziato a commissionarmi storie da raccontare via telefono a loro amici, parenti o persone care. Non è sempre stato facile soprattutto perché non sai mai una storia quali corde possa toccare nell’ascoltatore, però sicuramente a me, che sono abituato a esibirmi in strada, ha sicuramente aiutato poter raccontare e ascoltare le storie delle persone che chiamavo. Perché sentirsi al telefono è anche questo, un rapporto uno a uno dove io ti racconto qualcosa ma poi anche tu puoi raccontarmi qualcosa. 

Nonostante tu sia di Milano spesso collabori con realtà bolzanine, giusto? 
Esatto, oltre al fatto che tantissime persone mi hanno chiamato da Bolzano per regalare delle storie ai loro cari, recentemente insieme a MusicaBlu, il Centro giovani BluSpace e Diabetes Union, ho partecipato a Kids4Kids, un evento in cui con tanti bambini abbiamo creato storie e poi le abbiamo raccontate. La cosa più bella è stata vedere questi bambini immaginare ed esprimere le loro idee e immagini. 

Fare il cantastorie però non è sicuramente un lavoro ordinario; tu insegni anche teatro, cosa diresti a qualcuno che vuole buttarsi in questo mondo? 
Io consiglio sempre di seguire le proprie passioni, qualsiasi esse siano e a qualsiasi età, consiglio di seguire corsi di teatro e di sperimentare tanto, ma soprattutto di metterci tantissimo impegno. Nel mio percorso ho incontrato tante persone brave e tante persone meno brave, ma la cosa interessante è che non importa tanto il talento ma quanta voglia e quanta passione ci metti. Secondo me è questo il segreto: crederci e investire tanto tempo e tanto impegno. Lo studio è importante e conoscere il mestiere è tutto. Sicuramente decidere di mettersi in strada a raccontare le proprie storie a sconosciuti, superare anche l’imbarazzo di mettere per strada il proprio cappello per le donazioni non è semplice, ma è sicuramente una cosa di cui non mi sono mai pentito e che fino a oggi mi ha dato tantissimo. 

Autore: Daniel Valentini COOLtour

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