Gli universitari protagonisti

Attualità | 12/1/2023

Sono quasi settant’anni che l’associazione degli studenti universitari altoatesini sh.asus fornisce supporto ai giovani che dalla provincia di Bolzano si muovono per completare il loro ciclo di studi negli atenei di mezzo mondo. Da qualche tempo sh.asus si occupa anche degli studenti della Libera Università di Bolzano. Di questo e altro ne abbiamo parlato con la nuova presidente dell’associazione Ariane Benedikter.

// Di Luca Sticcotti

Com’è noto la provincia di Bolzano solo di recente si è dotata di un’università, ma in realtà per diversi decenni la storia degli universitari altoatesini è stata esclusivamente una vita da “fuori sede”. Per sostenerli e rappresentarli fin dal 1955 è attiva la sh.asus, un’associazione  dotata anche di alcune sedi nelle mete universitarie più gettonate, nel passato e nel presente, come Bologna, Innsbruck, Trento, Vienna… 
Negli ultimi anni sh.asus si spesa molto anche per rilanciare il ruolo dei giovani, universitari e non solo, mettendosi in luce con una serie di prese di posizione significative che hanno fornito stimoli importanti alla nostra politica, a volte un po’ ingessata e poco coraggiosa. 

L’INTERVISTA

Appena eletta presidente di sh.asus hai detto che le idee progressiste e la partecipazione hanno un ruolo fondamentale nella rappresentanza studentesca. Ci spieghi meglio cosa vuol dire?

Gli studenti e le studentesse hanno il desiderio di impegnarsi per il benessere della società. Vogliamo dare il nostro contributo per creare un futuro migliore. Dobbiamo pensare l’università e i suoi studenti attraverso l’immagine ideale di percorsi educativi individuali che poi come risultato sono anche in grado di restituire qualcosa alla società. Ad esempio fornendo idee innovative per il mondo della ricerca, ma anche dando spunti per le scelte politiche. In questo periodo abbiamo avuto un susseguirsi di crisi, da quella climatica al coronavirus. Oggi gli studenti hanno la possibilità di impegnarsi – in università ma anche fuori – portando le loro opinioni, le loro idee, i loro valori. Per anti, infatti, questo è un elemento importante del loro essere studenti universitari. Possiamo mettere a frutto gli scambi di idee tra di noi e con i nostri professori, ma anche sviluppare nuove idee. Tanti di noi hanno il desiderio di investire non solo in sé stessi, ma anche in un futuro comune. In quest’ottica oggi siamo anche rafforzati dal fatto che da qualche tempo siamo impegnati anche nella rappresentanza degli studenti dell’Università di Bolzano, mentre prima ci occupavamo solo degli altoatesini studenti fuori sede.

Se sentite il bisogno di affermare il ruolo propulsore dello studente universitario nella società, questo vuol dire che ritenete tale dimensione non ancora sufficientemente percepita e valorizzata. E’ così?

Penso che questo nostro compito sia in realtà già riconosciuto e integrato abbastanza bene nella società. Anche se l’immagine dello studente si può sempre migliorare, spiegando meglio il nostro status. A Bolzano poi la cultura universitaria c’è ma potrebbe essere sviluppata di più; gli studenti devono essere inclusi maggiormente nella vita del capoluogo altoatesino, così come avviene in altre città universitarie. 

Secondo voi cosa si deve fare affinché lo studio universitario sia davvero accessibile a tutti?

Per la nostra rappresentanza studentesca questo è un tema davvero fondamentale. Bisogna fare in modo che coloro che vogliono studiare abbiano davvero la possibilità di farlo. Ma purtroppo questo oggi ancora non è così automatico, soprattutto a causa degli alti costi di vita e dello studio. Non si tratta solo delle  tasse universitarie che in alcuni luoghi come l’Austria in realtà sono quasi nulle; a costare molto è soprattutto la vita nelle città universitarie. Mi riferisco agli alloggi, ma non solo. Nel 2022 per fortuna su nostra sollecitazione c’è stato un aumento del 20% degli importi delle borse di studio rispetto agli anni precedenti. Ma poi subito dopo con la crisi energetica e l’inflazione i prezzi sono saliti ancora, non solo in Alto Adige ma anche nel resto d’Italia e in Austria, ad esempio. Oggi purtroppo non tutte le famiglie possono permettersi di mandare un figlio all’università. Per questo bisogna monitorare la situazione e valutare se non serva un ulteriore aumento delle borse di studio o anche un aumento della percentuale di studenti altoatesini che può godere di una borsa di studio. Sono oggi circa il 30% gli studenti altoatesini che ricevono una borsa di studio.

Oggi il costo degli alloggi è davvero uno degli ostacoli più grandi al diritto allo studio…

Sì, ma non solo a Bolzano. Molti studenti faticano a trovare un alloggio a un prezzo accessibile, anche perché alcuni proprietari di appartamenti preferiscono affittare a persone che lavorano già. In città più grandi come Bologna o Monaco di Baviera, dove le università ci sono da più tempo, gli alloggi ci sono ma in realtà i prezzi sono comunque alti. Ed è un problema che si aggrava…

In provincia di Bolzano il sostegno allo studio si focalizza soprattutto sugli atenei italiani o quelli presenti nei paesi di lingua tedesca. Questo rappresenta un problema per gli studenti che hanno invece in mente altre destinazioni per il loro percorso universitario?

Sono sempre di più gli studenti che vogliono andare altrove rispetto al resto d’Italia e ai paesi di lingua tedesca, è una cosa che osserviamo nella provenienza degli studenti dell’Università di Bolzano e anche rispetto alla nazionalità degli attuali associati a sh.asus. Le cose cambiano e in futuro cambieranno ancora di più. Queste dinamiche hanno una stretta relazione con il  riconoscimento dei titoli di studio tra i vari paesi. L’Europa dovrebbe essere una zona educativa integrata che hanno provato a realizzare coon il cosiddetto “sistema Bologna”, ma in realtà da quest’ottica siamo ancora molto lontani purtroppo. C’è poi la cosiddetta “fuga dei cervelli”, ovvero alla dinamica che porta gli studenti altoatesini o del resto d’Italia che studiano fuori sede a stabilirsi poi altrove, dopo aver completato gli studi, perché ricevono proposte di lavoro più attraenti. Occorre creare le condizioni affinché gli studenti, dopo aver fatto esperienze da altre parti, possano poi anche tornare in Alto Adige. 

Il mondo dei giovani e anche degli universitari è oggi in prima linea per quanto riguarda la lotta contro i cambiamenti climatici, la sostenibilità e la tutela ambientale. Si tratta di tematiche fondamentali anche per sh.asus?

La promozione di un futuro sostenibile è nell’interesse non solo dei giovani e degli universitari, ma anche di tutti coloro che abitano sul nostro pianeta. Per noi giovani questa questione è importante perché la vediamo come una delle tematiche più urgenti. Oltre ai nostri nonni e ai nostri genitori, saremo infatti noi ad affrontare le conseguenze più importanti dei cambiamenti climatici. Negli ultimi anni gli studenti hanno fatto una grande pressione in questo senso, spingendo la politica ad occuparsene di più. 

In che misura sh.asus è oggi in rapporto con l’Università di Bolzano?

Si tratta di un rapporto essenziale e molto stretto. Nel 2021 abbiamo anche inaugurato una sezione di Bolzano, Bressanone e Brunico (BBB), che rappresenta gli studenti che studiano in Alto Adige. Nel nostro nuovo direttivo abbiamo due studenti dell’Università di Bolzano. E la nostra sezione bolzanina è oggi la sede con più membri (più di 600), quindi anche le nostre dinamiche interne sono diverse rispetto al passato. A Bolzano abbiamo realizzato tanti eventi e iniziative per i giovani soci, ma anche e soprattutto per sviluppare una vera cultura universitaria nel capoluogo. 

Un altro squilibrio storico è quello di genere. Le donne nel mondo del lavoro purtroppo hanno ancora un peso minore, ma in realtà negli studi universitari sono già da un po’ loro a primeggiare…

Voglio sottolineare che già nell’anno accademico 2019/2020 in una ricerca dell’istituto di statistica provinciale si è registrata una prevalenza femminile nel numero degli studenti universitari altoatesini. L’obiettivo delle pari opportunità in Alto Adige non è ancora una realtà e questo non riguarda solo la questione di genere maschile-femminile. Anche noi di sh.asus – e io personalmente in quanto prima donna presidente dell’associazione dal lontano 2014 – ci sentiamo responsabili in questo senso. Come studenti e studentesse dobbiamo dare il nostro contributo nell’ambito universitario, anche attraverso specifici percorsi di ricerca e confronto innovativo tra le idee, che poi vanno trasmesse anche all’esterno dell’ambiente universitario. Si tratta di un processo in corso, che va sostenuto e incoraggiato in maniera attenta e concreta. Anche noi dell’associazione sh.asus prossimamente proporremo dei progetti e delle iniziative in questo senso. 

LA STORIA DI SH.ASUS

Sh.asus è la più importante rappresentanza studentesca dell’Alto Adige. A differenza di altre rappresentanze studentesche, sh.asus non è legata a un luogo specifico e, oltre alla sede centrale di Bolzano, ha sei filiali nelle principali città universitarie, di cui quattro in Austria e due in Italia. È stata fondata nel 1955 come associazione senza scopo di lucro. Il suo obiettivo principale è quello di fornire consulenza agli studenti e ai maturandi e di rappresentare gli interessi degli studenti altoatesini in patria e all’estero e degli studenti in Alto Adige attraverso i sindacati. Il nuovo consiglio direttivo di sh.asus è stato eletto lo scorso 22 dicembre 2022. La precedente vicepresidente Ariane Benedikter, che rappresenta la sezione di Salisburgo e ha appena conseguito la laurea in “Philosophy, Politics and Economics” (PPE), è stata eletta come nuova presidente.
Ariane Benedikter (22 anni) è conosciuta da molti in Alto Adige per il suo impegno pluriennale nella tutela dell’ambiente e del clima. Grazie al suo background, vuole svolgere un ruolo più incisivo nell’impegno socio-politico e sfruttare l’ampia piattaforma di cui dispone ora la sh.asus

Autore: Luca Sticcotti

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