Michela Piccoli: barista del Liceo Pascoli, gestisce lo “spaccio interno” con l’attivo di mille persone: tutte molto affamate.
Com’è iniziato il tuo percorso nella ristorazione?
La formazione non è quella alberghiera come ci si aspetterebbe, ho fatto la scuola magistrale. Da sempre però ho navigato nella ristorazione gestendo bar. Per quindici anni ho avuto in gestione quello dei carabinieri, poi per quattro anni ho lavorato in una cooperativa sociale, gestendo comunque il bar. Mi piace la situazione del cliente abituale, mi piace coccolarlo, e se lo conosco riesco a garantire un servizio migliore.
Lavori al Liceo Pascoli da ormai sei anni. Come ti trovi a gestire tantissimi studenti che la mattina necessitano di un caffè?
La cosa che non manca qui è la pazienza. Mi trovo benissimo; credo che la componente fondamentale alla base sia il grande amore che ho per il mio lavoro. Non mi fa pesare il carico che ogni tanto non manca. Gli studenti sono davvero tanti, ma sempre gentili e molto pazienti, quindi non posso lamentarmi.
Nel corso di questi anni hai sempre lavorato da sola o sei stata affiancata?
Ho avuto un affiancamento di un paio di dipendenti all’inizio, poi mi sono sempre arrangiata benissimo da sola. Ripeto, c’è molta pazienza da parte di tutti i clienti.
Durante il periodo della maturità come sono le dinamiche?
C’è una grande tensione, grande sofferenza, lo si percepisce nell’aria. Ma è anche positiva direi, perché è giusto farsi coinvolgere ed emozionarsi. È un esame importante, va vissuto in tutte le sue componenti.
Dal primo anno fino ad adesso cosa è cambiato?
Sostanzialmente non posso dire che ci siano stati chissà che cambiamenti; quello più grande che si nota è quando accompagni i ragazzi dalla prima alla quinta: il loro cambiamento. Non posso dire che i giovani del 2022 siano diversi da quelli del 2018, perché si tratta dell’evoluzione che vive il ragazzo stesso in questi cinque anni di percorso. Li accogli che sono paurosi, quasi timorosi di entrare dalla porta, e poi vanno via con un legame, trasmettendoti una vasta gamma di emozioni.
Oltre ai pasti, agli studenti porti anche il sorriso. Loro invece nello specifico cosa ti lasciano?
Quello che ti danno qua i ragazzi è una carica che non ha eguali, non l’ho trovato in nessun altro ambiente. La carica e la positività che portano è proprio un’iniezione di vita che non saprei descrivere. Non concordo quando sento dire “questi giovani svogliati”: non fermiamoci alle apparenze, non facciamo di tutta l’erba un fascio, perché qui ho trovato una gran componente di gioventù sprintosa e volenterosa, tante belle persone.
Quando non sei dietro al bancone del bar, qual è la tua passione?
La montagna. In tutte le stagioni, escursionismo a tutti i livelli. Mi piace tantissimo dormire nei rifugi, prendere lo zaino e partire all’avventura, anche per più giorni. Insomma: lasciare la quotidianità dei vassoi e perdermi nella natura.
Autrice: Ilaria Talamoni COOLtour