Martedì 8 novembre è stata proiettata per la prima volta la docuserie sulla generazione Z in Alto Adige “Se noi non siamo come voi” presso Spazio Young, (via Torino 31). Per l’occasione abbiamo intervistato l’autore-regista del progetto: Marco Vitale. Trentanove anni, nato e vissuto a Salerno, trasferito a Bolzano per studiare alla ZeLIG, specializzato in montaggio video ma da qualche anno lavora a progetti personali.
Com’è nato questo progetto, e perché avete deciso di orientarlo su questo tema?
L’idea mi è venuta durante la pandemia; avevo voglia di uscire, volevo conoscere meglio il territorio non essendo di Bolzano (ci vivo solo dal 2010). Ho avuto questa curiosità di capire cosa fanno i giovani, dato che sono sempre visti dal mondo adulto nella stessa maniera dagli anni ‘60. La sigla della trasmissione infatti è “Che colpa abbiamo noi” dei The Rokes. Non è un’indagine sociologica, scelgo storie di ragazzi che comunque hanno passioni, o qualcosa da raccontare. Voglio raccontarle senza nessun tipo di filtro, farli parlare senza nessun tipo di intermediazione, voglio che abbiano la possibilità di raccontare qualcosa ed essere d’ispirazione per altri.
Obiettivi futuri?
Stiamo finendo anche la seconda stagione, a differenza della prima, racconta di ragazzi appena diplomati che non hanno una storia particolare… andando poi a scavare c’è sempre qualcosa. Le puntate della prima stagione sono sulla mediateca di Rai Alto Adige, mentre la seconda stagione dovrebbe uscire a febbraio/marzo 2023 anche in lingua tedesca.
Questa prima proiezione al pubblico prevedeva poi un dibattito: volevamo sapere com’è andato.
La serie era già andata in onda su Rai Alto Adige, adesso stiamo iniziando a farla vedere fuori dal circuito televisivo perché ci piace avere dei feedback dal vivo. Il dibattito è andato inaspettatamente bene. C’erano due degli otto attori; le persone erano interessate, hanno fatto domande ai protagonisti e a me. Per quello che ho visto c’è interesse per questo tipo di storie e questo tipo di trama.
Cosa ti spinge a creare dei contenuti video?
Penso perché non potrei fare nient’altro. Il montaggio video alla fine è una seconda scrittura del progetto, e fondamentalmente mi piace raccontare storie e creare connessioni. Per esempio una cosa interessante sono le storie a noi vicine che però magari nessuno conosce. In una puntata ci sono due ragazze di Merano che fanno rap, e alla proiezione c’era una ragazza che era intenzionata a mettersi in contatto con loro. Mi piace creare questo tipo di storie, mi permettono di creare legami. È una delle mie finalità ed essendo una delle mie prime esperienze come autore-regista direi che ci siamo.
Autori: Niccolò Dametto e Ilaria Talamoni – COOLtour