Alla scuola elementare in lingua tedesca di Laives A. Lindigren è stato attivato un progetto lungo un anno per la promozione ed il supporto dei talenti e delle doti dei bambini. La responsabile e insegnante Elisabeth Fäckl ci ha raccontato di cosa si tratta.
Sviluppare e modellare i propri talenti e doti a scuola, attraverso la scoperta di figure epiche narrative, nuove culture, tradizioni lontane e percorsi esperienziali che portano a nuovi modi per rapportarsi con sé stessi e con gli altri. È quanto avvenuto durante tutto l’ultimo anno scolastico per le classi 3D e 1B della scuola elementare tedesca A.Lindgren, di Laives. Nuovi strumenti didattici nella scuola del futuro post-Covid, si direbbe. Un esperimento su cui hanno scommesso i responsabili insegnanti Elisabeth Fäckl e Mathias De Soghe, con l’aiuto dell’animatore Carmelo Giacchino, del centro culturale Nologo di Laives. Attraverso esercizi mirati e dal sapore ludico, con l’ausilio di suoni e ritmi, danze e rituali, gli alunni hanno affrontato tematiche che vanno dalla comunicazione al rispetto e cura dell’ambiente, dalla riflessione personale alla condivisione in gruppo, dall’individualità all’appartenenza alla comunità. Il percorso si è quindi tinto di contenuti che hanno sottolineato la grande importanza della gratitudine e della personale responsabilità, la gioia e l’impegno di poter contribuire al bene di tutti con la propria imprescindibile unicità: da cogliersi e sviluppare con perseveranza, leggerezza ed entusiasmo, durante l’arco dell’intera esistenza. La responsabile del progetto Elisabeth Fäckl ci ha raccontato qualcosa in più riguardo a questa interessante iniziativa che si ripeterà anche nei prossimi anni.
Partiamo dalla fine. Che feedback hanno dato i bambini al progetto? Inizialmente erano molto titubanti, ma poi l’insicurezza ha fatto spazio allo stupore e hanno reagito tutti con entusiasmo trasformando spesso il progetto nell’appuntamento settimanale preferito.
Voi insegnanti che cosa avete potuto cogliere da questa esperienza? E’ stato molto interessante vedere come i bambini si sono avvicinati al progetto. Per loro le tematiche proposte vengono ancora viste in maniera infantile e pura, e quindi non si pongono limiti mentali, cosa che per un adulto sarebbe molto difficile da fare. I bambini hanno la facoltà di ascoltarsi e di percepire ciò che avviene intorno a loro in maniera naturale e questo a nostro avviso consente loro di godere a pieno dell’esperienza.
Come mai avete scelto di attivare questo percorso? Il nostro desiderio è di poter accompagnare le nuove generazioni durante il percorso di sviluppo dei propri talenti e delle proprie capacità. Abbiamo cercato un modo per poter accompagnare i bambini sulla strada del conoscere se stessi e da questo desiderio è nato il progetto “Suoni e tradizioni ancestrali“, parte del progetto che, basandosi sulla cultura e la tradizione dei Nativi Americani, ha ulteriormente coinvolto i bambini.
Come mai è stata scelta la figura dell’eroe? I miti e le leggende che prevedono la figura narrativa dell’eroe sono strutturate con degli step ben precisi, i quali permettono al bambino di identificarsi non solo con il personaggio ma anche con il momento del racconto. Questo può renderli in grado di farne tesoro e di usare quanto imparato da un evento nella propria vita.
Dopo il periodo di lockdown e di DAD quanto sono importanti questo tipo di iniziative? Dopo la fase appena trascorsa si può riscontrare come sia necessario accompagnare i bambini e renderli consapevoli del fatto che hanno la forza per affrontare anche questo tipo di situazioni. Da essee hanno la possibilità di imparare qualcosa e che sta a loro rendere il nostro mondo un posto migliore.
Come è stato gestito il progetto tra lockdown e DAD? In realtà volevamo iniziare proprio nella primavera del 2020, ma poi c’è stato il primo lockdown e tra varie disposizioni e protocolli di sicurezza abbiamo dovuto rinunciare. Questo effettivamente ci ha permesso di sviluppare il progetto odierno, e in un certo senso ne siamo felici. Siamo quindi stati in grado di avviare il progetto rivisto con l’inizio della scuola nell’autunno 2020 e da allora abbiamo potuto lavorare principalmente con i bambini in presenza, poiché siamo stati in DAD solo una settimana nel 1° semestre e una settimana nel 2° semestre.
Quanto è stato difficile per voi insegnanti esercitare la vostra professione in maniera corretta? A prescindere dalla situazione odierna fare l’insegnante diventa sempre più complicato. Certamente l’arrivo della pandemia ha messo alla prova tutti noi. La cosa peggiore è non poter insegnare in presenza e dover concentrare l’attenzione del bambino su regole che risultano molto difficili da seguire. è stata e sarà una sfida difficile da superare. Ma credo che tutti ci siamo impegnati a fondo per poter istruire i bambini al meglio delle nostre possibilità.
In foto principale: la 3D durante la produzione del proprio totem in legno Foto: Elisabeth Fäckl
Autore: Alexander Ginestous
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