Rodrigo Medina è un ragazzo di 24 anni. Vive a Laives e studia a Bolzano design del prodotto, ambito che considera una passione ma soprattutto un sogno per il futuro. Nonostante la giovane età ha portato avanti tanti interessi negli anni, ideando progetti e sviluppando talenti.
Hai frequentato il mondo dei graffiti in passato, adesso stai portando avanti questa passione?
Il lato dei graffiti è andato un po’ a decadere negli anni, per quanto mi riguarda. Dopo le superiori mi sono interessato più al design. Se riesco mi piace riutilizzare questa mia capacità: ad esempio per fare qualcosa di più caratterizzante sfrutto ciò che i graffiti mi hanno insegnato.
Pensi che ci siano dei pregiudizi nei confronti di chi fa graffiti?
Io non sono mai stato di quelli che uscivano la notte a fare i graffiti sui muri, non sono così coraggioso [ride]. Li disegnavo su carta, poi se c’erano eventi partecipavo e li facevo tramite quelli. Quando succedeva era facile che i passanti dicessero: “Che bello! Dà un po’ di colore”. C’è chi lo vede come classico vandalismo ma allo stesso tempo c’è una grande fetta di popolazione, anche di più anziani, che è molto positiva a riguardo. Qui a Bolzano ci sono intere facciate di case su cui hanno disegnato vere e proprie opere d’arte. Questo è un bene perché non cadiamo nello stereotipo della città piccola e chiusa.
Sei anche un musicista?
Suono il cahon, con la mia band facciamo cover del nostro gruppo del cuore che sono gli “Sticki Fingers”. Il genere è sull’indie rock-indie folk. Suonavo la batteria, ma poi sono passato al cahon, perché per questo genere ci voleva qualcosa di più acustico e la batteria è un po’ predominante.
Invece la passione per il design com’è nata?
Ho avuto una carriera scolastica prettamente tecnica: ho fatto le ITI. Poi ho lavorato due anni in un’azienda a Laives, un’officina prototipi. Lì, alcuni miei colleghi, uno in particolare che io chiamo maestro, mi hanno aperto gli occhi sulla progettazione come arte del costruire qualcosa in funzione di un qualcos’altro e di un qualcun altro. C’è un problema che devi risolvere, magari non ci sono altri esempi e allora devi inventarti un modello: questa è la progettazione. Così ho unito il mio lato più tecnico a quello più creativo e ho lasciato il lavoro per affrontare il mondo del design. Mentre lavoravo portavo anche avanti un progetto mio di nome “Sherpa”, basato sugli Stickers e quindi più improntato sulla grafica. Arrivando all’università ho scoperto il mondo del prodotto e adesso mi ci sono buttato a capofitto.
Hai avuto molte passioni che ti hanno portato ad avviare progetti.
Diciamo che ogni cosa che imparo la tengo nel cassetto e mi servirà sempre. Adesso ho aperto questo nuovo progetto che si chiama “Arancio”, anche questo sulla grafica e che riprende dei punti di “Sherpa”, vedremo come andrà avanti.
Come ti vedi in futuro?
Il mio obiettivo, per adesso, è poter lavorare nell’ambito che sto studiando, quindi design del prodotto, magari aprire uno studio, quello anche… Ma prima deve passare un po’ di acqua sotto i ponti.
Autore: Maddalena Ansaloni COOLtour