Tra sfide presenti e progetti futuri

Attualità | 22/4/2021

Il sindaco di Laives, Christian Bianchi, racconta come la città sta affrontando le sfide nate con la situazione pandemica. Grande l’attenzione soprattutto verso anziani e bambini, da cui ripartirà l’estate.

Christian Bianchi

// Di Ana Andros

Come è stata fronteggiata l’emergenza sanitaria nell’ultimo anno?
Abbiamo affrontato fasi molto diverse le une dalle altre. La prima ha stravolto le nostre vite, è stato un momento di forte preoccupazione per la salute di tutti. Siamo stati fortunati perché i contagi non erano molti, è stata una situazione abbastanza contenuta che siamo riusciti a gestire tranquillamente. In estate sembrava tutto quasi normale: pochissimi contagi e persone tranquille. Poi la terza fase, quella che da ottobre ci porta fino ad oggi, è stata, penso, la più pesante sotto ogni punto di vista. I cittadini la stanno vivendo con più stress anche perché i numeri del contagio sono stati molto alti. In autunno abbiamo raggiunto i 600-700 positivi.

Come ha lavorato il Comune?
Le persone dovevano stare a casa, ma era necessario continuare ad erogare tutti i servizi e di conseguenza c’è stato un impegno importante nel verso della digitalizzazione, anche per il personale costretto allo smart working. Siamo stati vicini ai cittadini, abbiamo cercato di rincuorarli quando ce n’era bisogno e provato ad essere rigidi quando si davano le informazioni per tutelare la loro sicurezza, specialmente nei momenti in cui ci sono stati tanti positivi. Un ruolo sicuramente delicato e importante.

Come hanno risposto i cittadini?
Nella prima fase il duro colpo subìto da tutti aveva messo in moto una serie di iniziative: è stato immediatamente attivato un sistema per distribuire gli alimenti e organizzata, con i volontari e alcuni dipendenti comunali, la distribuzione di mascherine di stoffa a tutte le famiglie. All’inizio le persone si sentivano molto unite da una situazione nuova, improvvisa e grave. La solidarietà poi è continuata, ci sono associazioni che si sono date tanto da fare, ma è cambiato è l’umore. Oggi la stanchezza prevale e si sta guardando alla velocità con la quale la nostra nazione sta vaccinando, perché penso tutti siano consapevoli che da questo dipende il ritorno alla normalità.

All’inizio le persone si sentivano molto unite da una situazione nuova. La solidarietà poi è continuata, ma è cambiato l’umore.

Qual è stato il settore più colpito?
È stato un anno difficile per tutto il mondo associativo (culturale, sportivo, di assistenza e per la terza età) a cui nel 2020 abbiamo erogato una somma notevole di contributi. Sul nostro territorio ci sono associazioni culturali che normalmente hanno un’attività molto ricca: teatro, musica, cori e bande. L’impossibilità di svolgere spettacoli ha portato quasi tutti ad ingegnarsi con iniziative in rete. Anche per lo sport, animato soprattutto dai giovani, c’è stato uno stop. Tutto questo ricade fortemente sui comportamenti e sulla vita sociale di bambini e ragazzi, che con la scuola “a distanza”, la mancanza dello sport e della cultura hanno avuto una perdita enorme di relazioni sociali e occasioni di incontro e crescita. Sport e cultura dovranno essere la base, appena ripartiremo, per coinvolgere tutte le persone che, come gli anziani, costretti ad isolarsi completamente per la pericolosità della malattia, hanno sicuramente bisogno di ritornare a sentirsi parte della comunità.

E il turismo?
Laives ha circa 300 mila pernottamenti l’anno in alberghi e strutture, chiuse da molto tempo e che hanno visto un calo notevole nell’ultimo anno. Questo inverno senza sci e movimento è stato decisivo, ma per la nostra città anche il fatto che non si tengano fiere e convegni è grave, perché gli albergatori lavorano molto con questi settori, a loro volta completamente fermi.

Quali sono i programmi per il prossimo futuro?
Chiaramente tutto dipende da cosa potremo fare. Di solito durante l’estate ci sono tantissime attività, dai venerdì lunghi alle serate musicali e teatrali. Non sappiamo ancora se gli eventi potranno essere organizzati, quindi stiamo stabilendo un calendario molto flessibile in funzione delle prossime ordinanze. Nel frattempo, un settore che abbiamo già organizzato è quello delle attività estive per bambini, ragazzi e anziani.

Quale è la situazione ad oggi?
Penso che per qualsiasi politico o amministratore sia stato un anno estremamente faticoso, impegnativo. Facciamo da spugna alle situazioni vissute dai nostri cittadini e capiamo le loro preoccupazioni: la salute, l’economia in affanno. Come sindaci mettiamo il massimo delle energie per far funzionare al meglio tutto il necessario. Siamo consapevoli, e come tutti, in attesa di un ritorno alla normalità. Oggi la situazione è di nuovo sotto controllo, per fortuna. Anche sul territorio di Laives, in questo momento, proseguono a buon ritmo le vaccinazioni. Stiamo andando verso un’estate che, dal mio punto di vista, sarà un passo avanti sulla normalità.

L’associazione del Carnevale di Laives assieme al sindaco Bianchi

Quali I momenti più… “forti”?

“Sono vari, ne cito due. Il primo era quello di persone, ce ne sono state varie, ricoverate in ospedale in situazioni di grave difficoltà, che mi hanno chiamato personalmente. Mi resterà nella memoria la fatica percepita anche attraverso la cornetta telefonica della difficoltà respiratoria nel parlare, quindi della preoccupazione verso queste persone. Un episodio felice è stata la giornata dello screening provinciale: con un messaggio avevo chiesto ai cittadini di venire ad aiutare, a titolo volontario. Ricordo che in un pomeriggio mi sono arrivate circa 300 mail di persone che si erano messe a disposizione. Ne sono poi state impiegate solo un centinaio, ma questo dimostra che ci sono persone di grandissimo cuore e di grandissima disponibilità.”

Foto dell’intero sevizio: Christian Bianchi

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