“Se invece di stare davanti a quel telefonino/tablet leggessi un bel libro…”, si tratta di un pensiero – o una esortazione – che ronza spesso nella testa dei genitori di adolescenti. Nell’immaginario comune, almeno quello di una certa età, lettura e gioco, dimensione analogica e digitale, sono due universi ben distinti, spesso in contraddizione. E invece per i ragazzi non è così: una realtà che è ben presente alla direttrice della Biblioteca Don Bosco di Laives, Luisella Raveane, che da questo autunno ha dotato la biblioteca di una apposita sezione con le tre famose consolle di gioco (Playstation, Xbox e Nintendo switch), numerosi videogiochi, due tablet e il moderno racconta storie FAB. è un’apertura alle tecnologie che prenderà forma anche nel progetto “Bibliogames: gioca con noi”, per stimolare, attraverso il gioco, la socialità e il fairplay. Mentre il l’iniziativa “Scopri Biblioweb” guarda a un pubblico adulto e intende istruire all’uso in autonomia della piattaforma provinciale Biblioweb per la ricerca bibliografica, riducendo il gap tecnologico che molti sentono rispetto al digitale. Ne abbiamo parlato con la direttrice.
Cosa l’ha spinta a portare consolle e videogiochi in biblioteca? Si è trattato di un processo molto naturale. I videogiochi non sono una novità per la biblioteca Don Bosco di Laives. Questo particolare materiale è presente in biblioteca già da diversi anni con una piccola sezione di videogiochi per personal computer. In fase di controllo del patrimonio abbiamo valutato questa sezione e deciso di implementarla e svilupparla attraverso uno specifico progetto, sostenuto dall’Ufficio educazione permanente, biblioteche e audiovisivi della Provincia Autonoma di Bolzano. Negli ultimi anni le risorse ed i mezzi informatici sono cambiati, le biblioteche offrono oramai da molto tempo tipologie di materiale differente dal libro (dai cd musicali ai dvd) e le risorse non sono più solo cartacee e analogiche ma anche digital; nel frattempo anche in Italia, diverse biblioteche avviavano progetti di gaming.
In genere pensiamo ai ragazzi davanti a una consolle o al cellulare a giocare isolati per ore. Come vuole agire il progetto per ritrovare, anche nell’utilizzo del videogioco, una situazione di socializzazione? Le potenzialità educative ed aggregative del gioco sono note e alla base di numerosi studi e ricerche. Tramite il divertimento è possibile esercitare il cervello, migliorare le competenze e far incontrare nuove persone in un ambiente sicuro e piacevole, senza dimenticare la valenza educativa del gioco: quando si gioca è necessario apprendere delle regole e rispettarle, inventare strategie e imparare a perdere. Il nostro intento è quello di promuovere l’utilizzo responsabile del videogioco attraverso momenti speciali di gaming e iniziative da svolgersi in biblioteca che passano anche attraverso tornei strutturati, gestiti dal personale di biblioteca e con materiale appositamente selezionato. Ci saranno dei momenti specifici di gioco, di confronto e di sfida, sempre nel rispetto delle regole del gioco, dei compagni e delle attrezzature messe a disposizione. Pensiamo a tornei dove i ragazzi e le ragazze si possano dare appuntamento, ritrovarsi, sfidarsi e poi commentare l’esperienza. Il gioco deve essere uno stimolo, uno svago, deve favorire la socializzazione e il confronto e non l’alienazione o l’isolamento.
Cosa vi aspettate dal progetto? Avete già riscontri? Speriamo di raggiungere un nuovo pubblico, entusiasmarlo e farlo tornare! E di far scoprire o riscoprire la biblioteca come luogo di socializzazione, di aggregazione e ovviamente di cultura. Un mondo dove poter vivere mille avventure, dove poter sognare, ma anche informarsi, approfondire e studiare attraverso libri, riviste, dvd, cd, opere d’arte e anche videogiochi. Le iniziative di gaming ed i tornei sono invece la vera sfida sia per i partecipanti che per noi.
Come ha trovato, che sensazioni ha avuto rispetto al pubblico giovane della biblioteca dopo due stagioni di pandemia? E gli adulti/anziani? Ci sono stati cambiamenti nel modo di fruire la biblioteca? La pandemia con le inevitabili chiusure delle biblioteche e le successive aperture con servizi ridotti ha ovviamente penalizzato le nostre attività e devo dire che ci sono stati momenti difficili, sia per noi che per gli utenti. I primi a tornare in biblioteca sono stati gli adulti, ora, dopo il periodo estivo e con la ripresa delle scuole notiamo il ritorno dei più giovani e gli accessi giornalieri stanno tornando alla normalità. E da quando è nuovamente concesso il fermarsi in biblioteca (con green pass) sono tornati gli studenti e i frequentatori della sezione dei periodici, per la lettura dei giornali e delle riviste.
Autrice: Caterina Longo
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