Nel mondo del basket altoatesino spiccano i Cowboys: la squadra di serie C Gold dei Basket Piani, allenata dal coach Michele Massai. Squadra attualmente quarta in campionato e con l’obiettivo di fare bene durante i playoff, che inizieranno a maggio. Sono una squadra molto giovane e piena di talento, composta da giocatori tutti altoatesini. Oggi abbiamo l’onore di conoscere Stefano D’Alessandro, il capitano della squadra.
Ciao Stefano, raccontaci un po’ qualcosa di te …
Sono Stefano D’Alessandro, ho 25 anni e sono nato e cresciuto a Bolzano. Mi sono diplomato al liceo scientifico Torricelli nell’estate del 2017, con una parentesi in Inghilterra dove ho avuto la fortuna di poter studiare il quarto anno. Ho deciso poi di laurearmi in fisioterapia alla Claudiana e al momento lavoro come fisioterapista presso un centro specializzato in riabilitazione e sto continuando i miei studi nell’ambito dell’osteopatia a Innsbruck. Attualmente sono al quarto anno.
Come ti sei avvicinato al mondo del basket?
In tutto il percorso accademico il basket mi ha sempre accompagnato. La palla a spicchi è da sempre stata impronta familiare sia da parte di papà che di mamma e da buon fratello minore non potevo che seguire le orme di mio fratello Lorenzo, ora giocatore professionista a Vigevano in serie A2, che da sempre è la mia ispirazione.
L’entrata definitiva nel mondo del basket è avvenuta grazie a un compagno di scuola a 7 anni, che ad oggi è ancora amico fraterno.
Chi sono i Cowboys?
Ho sempre giocato a Bolzano, ho mosso i primi passi in prima squadra a 15 anni in serie C nazionale e poi in serie D, fino alla nascita dei “Cowboys” (oggi ribattezzati iCowbois, perché su Instagram era l’unico nome disponibile).
Il gruppo nasce nel 2017, anno dove ai giovani della serie D e qualche veterano si aggiunsero gli ancora più giovani ragazzi del settore giovanile. Dopo lo scetticismo iniziale di una squadra così giovane, ci siamo dimostrati un gruppo di incredibile talento, che ha iniziato la cavalcata verso la serie C Gold, guidati prima da Deborah Fiorani e poi da Michele Massai, nostro attuale condottiero.
Come è nato il nome?
In modo del tutto casuale. Come è consuetudine fare a inizio stagione, ho avuto il compito di creare un gruppo WhatsApp della squadra e nel dare nome alla chat scelsi questo. Ad oggi grazie anche al mondo del 3×3, siamo conosciuti così in tutto il panorama cestistico italiano.
Vi trovate anche al di fuori del parquet?
Siamo prima amici che giocatori, e anche se nel corso degli anni abbiamo perso qualche compagno di squadra per motivi di studio o di approccio al professionismo non perdiamo occasione per stare insieme. Questo essere squadra è stata sicuramente la chiave per i nostri successi.
Cosa ami di più di questo sport?
Di questo sport amo l’agonismo e la vita da spogliatoio. Mi piace come la frazione di secondo sia l’ago della bilancia tra una buona e cattiva giocata, e per quanto sia uno sport atletico e di contatto ma anche e soprattutto un gioco di intelligenza nel fare le scelte giuste. In tutte le occasioni lontano da casa il basket mi ha sempre aiutato a fare amicizia ed è sempre stata valvola di sfogo.
Autore: Niccolò Dametto