Elvis Kakiti è un artista e un performer talentuoso di origini keniote. L’abbiamo incontrato per conoscere la sua storia, capire cosa significa essere un acrobata e un artista di strada a Bolzano e per parlare del suo ultimo spettacolo “Mahmud y no solo Mahmud”.
Ciao Elvis, raccontaci qualcosa su di te.
Certo, ho 37 anni, vengo dal Kenya e nella mia vita ho svolto moltissime forme d’arte diverse come acrobatica, circo e performance di strada.
Come sei entrato nel mondo dell’acrobatica?
Quando avevo 14 anni ho visto il mio amico Salim esibirsi in acrobazie e ne sono rimasto affascinato. Da quel momento ho capito che quello sarebbe stato il mio destino. Gli allenamenti erano duri e talvolta anche pericolosi dato che non avevamo nemmeno i tappetoni di sicurezza sotto di noi. Ai miei genitori non piaceva per nulla l’idea che io facessi acrobatica e si opponevano ad ogni opportunità che mi si presentava.
Come sei entrato nel circo?
Nel mondo del circo ci sono diverse posizioni assegnate durante gli spettacoli e la più richiesta è la base, appena c’è stata richiesta e necessità di una base mi sono fiondato e così mi sono unito al circo.
Con il circo che esperienze hai vissuto?
Credo che la cosa più sbalorditiva siano stati i viaggi in altri paesi. Poter ottenere un permesso di viaggio in Kenya non è per nulla facile, ma grazie al circo sono riuscito a visitare molti paesi tra cui la Grecia, la Spagna e, più importante di tutto, l’Italia dove poi mi sono trasferito e sono diventato un artista di strada.
Com’è essere un artista di strada a Bolzano?
C’è molta gente che ha un cuore enorme e mostra sempre il suo supporto, ma ci sono anche persone che non accettano che tu sia lì a fare la tua performance. Inoltre essere un artista di strada ti permette di vedere le situazioni che ti circondano e di capire lo stato delle persone e dei giovani. Ho avuto la possibilità di conoscere moltissime persone fantastiche e se tornassi indietro questa scelta non la cambierei di sicuro.
Come sei arrivato allo spettacolo “Mahmud y no solo Mahmud” e di cosa tratta?
Grazie alle performance di strada ho conosciuto un uomo che faceva parte dell’organizzazione di questo spettacolo. Lui aveva visto in più occasioni le mie capacità e mi conosceva quindi mi ha permesso di partecipare al casting per il ruolo di acrobata. Lo spettacolo parla di un ragazzo che affronta un durissimo viaggio di migrazione dal Senegal e uno dei desideri era proprio quello di trovare attori africani.
Com’è stato accolto dal pubblico questo spettacolo?
Abbiamo avuto un grande successo, teatri sempre pieni. Neanche i direttori se lo aspettavano. Siamo stati tutti molto contenti di aver potuto raccontare a così tante persone la storia di Mahmud e di tutte le persone che come lui affrontano un viaggio simile.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Mi piacerebbe portare nelle scuole un programma di scambio culturale. Ormai ci sono così tante persone di origini diverse nelle classi che vedersi rappresentati e riconosciuti credo sia molto importante per moltissimi giovani.
Autore: Martin Bonaccio COOLtour