Ospitare, ma in un modo diverso

Attualità | 7/3/2024

Il turismo non è certo una novità nel nostro territorio. Ma esistono forme di viaggio e ospitalità che esulano dai consueti meccanismi, mettendo al centro uno scambio in natura fatto di convivialità e rapporti umani. Ecco l’esperienza di Giovanna e Erich, due bolzanini che abitano alle porte del capoluogo.

Giovanna Carnevale ed Erich Schmid vivono a San Genesio e nella loro casa entra il mondo. E non si tratta solo di un modo di dire.  La coppia è infatti host – praticamente sono ospitanti – di couchsurfing, una opportunità totalmente gratuita per il viaggiatore che trova ospitalità a casa di volontari, così gentili da accogliere sconosciuti nelle loro abitazioni, senza alcun compenso.

Nota a margine: dal 2020 gli sviluppatori del servizio couchsurfing, disponibile in tutto il mondo, hanno rinunciato alla pubblicità di terze parti. Per compensare questa scelta, hanno reso l’utilizzo della piattaforma a pagamento (richiedono un abbonamento di circa 2 euro al mese e 15 € l’anno), ma il costo è esclusivamente relativo all’utilizzo della piattaforma.

L’INTERVISTA

Ciao Giovanna e Erich. Come funziona questa vostra esperienza?
Giovanna Carnevale – Si tratta  di una app e piattaforma internet, fondata nel 1999, alla quale noi ci siamo iscritti, dove ci sono persone da tutto il mondo e c’è la possibilità di ospitare o richiedere ospitalità quando si è in viaggio. Quando ci si trova in una città che non si conosce, è bello incontrare qualcuno che ti guida e ti dà anche delle indicazioni su cosa vedere, che non è necessariamente sempre quello dove vanno tutti i turisti.

È quindi una forma di viaggio molto sociale, dove alla base di tutto c’è l’arricchimento culturale. Che tipo di viaggiatori avete ospitato?
Erich Schmid – Senz’altro tante persone molto aperte e desiderose di conoscere cose nuove dei paesi attraverso i quali si trovano a viaggiare.
Giovanna Carnevale – Anche quando siamo noi a viaggiare, normalmente utilizziamo la richiesta di ospitalità presso persone i cui profili evidenziano interessi comuni, e devo dire che abbiamo fatto delle esperienze molto belle, in quanto in questi incontri ci si scambia: quando ospiti fai entrare il mondo in casa tua, e quando viaggi sei tu che vai incontro al mondo.

E confermate che non c’è scambio di soldi…
Giovanna Carnevale – Preparare da mangiare a chi ti ospita o arrivare con un presente e non a mani vuote sono di fatto suggerimenti o consuetudini indicate anche nel sito del couchsurfing.
Erich Schmid – Indirettamente uno scambio c’è, anche se non di soldi. Quando viaggiamo, ci riempiamo l’auto di cose buone da mangiare e di bottiglie di vino buono da offrire in cambio dell’ospitalità. Normalmente diamo la disponibilità o ci offriamo di cucinare qualcosa di tipico italiano. Ovviamente tante volte prepariamo una pastasciutta, ma possiamo preparare la pasta fatta in casa, fare la pizza o cucinare qualche risotto, cose che sono sempre molto apprezzate.

Quindi è proprio un incontro culturale dove si presuppone che ci sia questa sensibilità di base per la condivisione. Può capitare che questa sensibilità non ci sia?
Erich Schmid – Sì, può capitare, specie con i viaggiatori che rimangono solo per una notte, che arrivino la sera e partano la mattina presto. Hanno poco da darti, perché il tempo non è sufficiente.
Giovanna Carnevale –  Ma chi ospita può anche scegliere di escludere soggiorni di una notte perché non sei un albergo. Noi non lo facciamo, anche se preferiamo chi si ferma da noi per 2-3 giorni.

Ricordate come avete iniziato? 
Giovanna Carnevale – Non avevamo ancora completato il profilo sulla piattaforma di couchsurfing, che già siamo stati contattati. Il nostro primo ospite è stato un viaggiatore dell’est europeo residente in Germania e in viaggio verso la Liguria, che abbiamo ospitato per due notti.
La nostra seconda ospite è stata una ragazza di Genova, suppergiù della nostra età, che lavorava alla fiera e che si spostava solo in autostop. Era espertissima del couchsurfing e mi ha aiutato anche a completare il nostro profilo. È stata con noi cinque notti. La sera mangiavamo insieme, ha cucinato anche lei, anche prodotti suoi, e ci siamo trovati molto bene insieme, tanto che ci siamo anche rivisti più di una volta e siamo rimasti in contatto. Insomma è stata una bellissima esperienza. E da lì in avanti, ogni mese abbiamo ospitato qualcuno, questo prima che anche noi cominciassimo la nostra di esperienza di viaggio.

In genere come accogliete i vostri ospiti?
Erich Schmid – Per noi è fondamentale che l’accoglienza sia calorosa. Di base c’è che gli ospiti arrivano attraverso un sistema che permette di conoscerli prima. E un abbraccio di benvenuto è un ottimo modo per abbattere subito le barriere.

I vostri ospiti come li sistemate? 
Giovanna Carnevale – Dal nostro appartamento c’è una scala che collega ad un appartamento con due stanze nel sottotetto. Possiamo ospitare singoli viaggiatori o coppie, ma ci è capitato anche di ospitare una mamma con le sue due figlie.

Come valutate il sistema di recensioni della app di couchsurfing? Lo ritenete affidabile? 
Giovanna Carnevale – Ci sono tantissime persone, ognuna ha visioni diverse della vita e un modo diverso di ospitare e di vivere l’ospitalità. Però sia l’ospite che l’ospitante rilasciano un giudizio alla fine del soggiorno e questi giudizi si possono leggere. Quando qualcuno ti fa una richiesta, tu vedi se è stato già ospitato, che cosa hanno scritto di lui e poi tu puoi anche decidere se vuoi ospitare o meno. Non si è mai obbligati a dare la possibilità di venire a casa propria. Se la persona ti ispira, e hai la possibilità e il tempo di ospitarla in quel periodo, dici di sì, altrimenti rifiuti la richiesta e non succede niente.

Avete una idea di quanti iscritti al servizio ci siano?
Giovanna Carnevale – Quando la prima volta sono andata ad iscriverci, sono rimasta sorpresa perché in provincia di Bolzano c’erano più di 1000 persone. Ma immagino si tratti di un dato che comprende anche i profili non attivi, di gente che magari si iscrive e poi non utilizza la piattaforma.

Autore: Till Antonio Mola

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